Spesso si parla di problemi, e spesso si parla di soluzioni.
E il web è pieno di soluzioni già pronte del tipo “come fare a…”.
Ma siamo sicuri che la stessa soluzione possa essere applicata allo stesso problema in realtà diverse?
Se due aziende hanno difficoltà nel gestire la motivazione del personale, la stessa soluzione può essere efficace per entrambe?
Se due persone hanno difficoltà relazionali, siamo sicuri che un’unica soluzione possa essere efficace in tutti e due i casi?
Per questo la prima caratteristica di un PROBLEM SOLVING efficace è che sia personalizzato e calato nella situazione specifica.
L’altro aspetto che bisogna considerare sono i due atteggiamenti predominanti nel problem solving.
Da una parte ci sono scuole che sono PROBLEM ORIENTED, che fanno un’attenta analisi della situazione alla ricerca delle “cause” del problema, in una logica lineare consequenziale. La risposta a questa “analisi” individua la “malattia” cui si fa seguire il rimedio. Ma siamo sicuri che la causa sia quella individuata? E siamo sicuri che sia una sola? Solitamente c’è un insieme di con-cause e di dinamiche che interagiscono e si influenzano l’una l’altra. Il rischio sarebbe quello di aggiustare una cosa rompendone un’altra.
Dall’altra parte ci sono le scuola che sono solo SOLUTION ORIENTED: non interessa la ricerca della causa a tal punto da tralasciare l’analisi sistemica del problema, per orientare tutte le proprie energie e risorse nella ricerca della soluzione. Funzionale? Efficace? Dipende. Questo approccio spesso non arriva a generare soluzioni profonde o efficaci nel tempo.
Ma per fortuna c’è una terza via: il PROBLEM SOLVING STRATEGICO ® (by Nardone Group), che utilizza tutti e due gli approcci, in un’ottica sistemica. Il principio di base è che non è il problema a rivelare la soluzione, ma è la soluzione che ci spiega il problema e il suo funzionamento. Possiamo dire di aver capito veramente un problema solo quando siamo riusciti a risolverlo.
“Se vuoi conoscere veramente qualcosa, prova a cambiarla.”
– Kurt Lewin –
Questo approccio, che è rigoroso ma flessibile, propone una sequenza ben prestabilita in cui nulla è lasciato al caso e che permette di affrontare il problema analizzandone il funzionamento (non le cause) e le relazioni sistemiche, per poi cercare soluzioni che possano essere efficaci e durature.
Questo modello di PROBLEM SOLVING, oltre ad essere efficace, è anche efficiente: riduce i tempi di intervento e di ricerca della soluzione in una logica paradossale del tipo “PARTIRE DOPO PER ARRIVARE PRIMA”. L’attenta analisi del problema e del suo funzionamento, con la ricerca delle Tentate Soluzioni e delle Eccezioni Positive, dà la sensazione di essere lenti nella ricerca della soluzione.
“Tutta la vita consiste nel risolvere problemi.”
– Karl Popper –
Il modello si può applicare al COACHING AZIENDALE e SPORTIVO, soprattutto nello “sblocco delle performance” (scarica l’ebook gratuito sul coaching) e alla CONSULENZA in fase di analisi dei bisogni e definizione della strategia d’intervento.
Per questo il PROBLEM SOLVING è uno strumento essenziale per Imprenditori, Manager, Dirigenti, Liberi Professionisti, Coach, Formatori, Consulenti, Insegnanti…
È una di quelle competenze trasversali (soft skills) sempre più richiesta e sempre più apprezzata, e che influenza anche la valorizzazione delle proprie competenze tecniche (hard skills).
Per questo il mio invito è ad approfondire il tema del PROBLEM SOLVING, attraverso corsi, libri, giochi e la quotidianità.
BUONE SOLUZIONI
PS: se vuoi iniziare a studiare il problem solving, leggi questo libro.
PPS: scopri il prossimo corso sull’ARTE DEL PROBLEM SOLVING
[…] L’arte del Problem Solving (articolo FYM) […]
[…] quest’anno hai incontrato a Scuola anche un solo problema, ti consiglio vivamente di leggere l’ultimo articolo che il mio collega Piercarlo Romeo ha scritto per il blog di FYM: l’approccio che viene descritto è lo stesso che MetaDidattica ha adattato all’uso […]