Quanto è importante essere se stessi?
Bene… oggi voglio condividere una riflessione che faccio spesso.
Cosa vuol dire essere se stessi? Chi altri potremmo essere?
Se anche iniziassi ad imitare qualcun altro, io sarei sempre me stesso… giusto?
Questa è, secondo me, la pericolosità di molti messaggi positivi che circolano frequentemente: sono generici, volutamente vuoti di significato e carichi di meta-messaggi negativi.
Scopriamo insieme come.
Essere se stessi è sicuramente una generalizzazione, e anche pericolosa. Presuppone che ognuno di noi debba essere in un modo specifico, e probabilmente deve essere anche immutabile. Mi dispiace, ma io amo cambiare. È bellissimo cambiare. E tra dieci anni mi auguro di essere diverso da come sono ora (spero in meglio).
“Sii sempre te stesso!”… frasi di questo tipo, oltre che essere generiche, sono anche volutamente vuote di significato. Volutamente, perché chi è esperto di comunicazione sa che a frasi di questo tipo il significato viene assegnato da ognuno che ascolta. Quando io dico a qualcun altro “devi essere te stesso”, io non so cosa possa significare per chi ascolta, ma chi ascolta darà significato emotivo a questa frase, dando a me così un grande potere.
Quando ascolto qualcuno dire “Lui dovrebbe tornare ad essere se stesso”, spesso faccio la seguente domanda: “E tu chi sei per dire se qualcuno è o non è se stesso?”. E spesso arriva un gelido silenzio.
Ma riflettiamoci insieme un po’: chi siamo noi per dire se qualcuno è o non è se stesso? Cosa vuole dire? E soprattutto, ma come possiamo permettercelo?
Mi dispiace dirlo, ma ognuno di noi può essere solo se stesso, e nessun altro. E qualora volessimo aiutare qualcuno a smettere di imitare qualcun altro, non è con frasi così generiche e squalificanti che possiamo aiutarlo al meglio. Ci converrebbe, forse, essere più specifici, meno squalificanti, ed evitare di ergersi a giudici dell’autenticità altrui.
Molti usano frasi di questo tipo. Io stesso le ho usate in passato, e a volte mi ancora mi scopro ad usarle (e poi mi mordo la lingua da solo!).
Molti sono stati affascinati da frasi così generiche: quando le hanno ascoltate le hanno caricate loro di significato, e pensano che possano far lo stesso effetto anche agli altri. Ma non sono consapevoli della “pericolosità” di messaggi così generici.
Altri, invece, le usano volutamente per manipolare gli altri e portarli dove vogliono loro. Quando diciamo a qualcuno “tu non sei te stesso”, in pratica è come se noi stessimo presupponendo di sapere come l’altro è o come dovrebbe essere. E a me, personalmente, sembra presunzione.
E questo uso deliberato spesso viene fatto nel mondo della formazione. Ho sentito molti formatori usare frasi del tipo “Devi imparare ad essere te stesso”, “Sii te stesso”, “Torna quando vorrai tornare ad essere te stesso”, etc…
Così come trovo divertenti le auto-celebrazioni che fanno moltissime persone: “Io sono sempre me stesso”. Ah ah… in questi casi io spesso rispondo con un divertito “Io invece no. Mi diverto ad assumere altri se stessi”.
Secondo me dobbiamo stare attenti a non fare seriamente discorsi così generici, a non prenderli sul serio quando li fanno gli altri e imparare a gestirli quando vengono fatti.
Beh… mi auguro di aver dato un piccolo contributo per una riflessione nuova e diversa.
Buon voi stessi!
Piercarlo