Il corpo parla più delle parole!
Comunicazione Non Verbale.
Moltissimi ne parlano.
Tutti la “parlano”.
Pochissimi la conoscono veramente a fondo.
Cosa è la CNV? Prima di tutto c’è da notare che è una delle poche definizioni in negativo (come i “non-fumatori”). Questo ci indica quanto è importante il verbale nella nostra cultura. Seconda cosa importante è definirne i contenuti: nella CNV inseriamo tutti quegli aspetti della Comunicazione che non sono linguistici.
Riporto la definizione di Paul Wtzlavick (tratta da “Pragmatica della Comunicazione Umana”):
“La comunicazione non verbale comprende i movimenti del corpo (cinesica), le posizioni del corpo (prossemica e postura), i gesti, l’espressione del viso, le inflessioni della voce, la sequenza, il ritmo e la cadenza delle stesse parole e ogni altra espressione non verbale di cui l’organismo sia capace e i segni di comunicazione presenti in ogni contesto in cui ha luogo una interazione”.
Ecco che uno dei maggiori studiosi di Comunicazione fa una correzione linguistica, considerando CNV anche il para-verbale. Per questo noi suddividiamo la Comunicazione in due canali: Verbale e Non Verbale, e nel Non Verbale individuiamo il Para-Verbale e il Linguaggio del Corpo.
Il Linguaggio del Corpo è SEMPRE PRESENTE nella Comunicazione Umana, sia nelle comunicazioni interne (pensieri, emozioni), sia nelle comunicazioni esterne (interpersonali).
Il ParaVerbale è presente solo se c’è emissione di suoni, sia verbali che non.
Il Verbale è presente solo in elaborazioni linguistiche.
Nel 1972 Albert Mehrabian ha condotto uno studio in cui ha dimostrato che l’EFFICACIA di un messaggio è INFLUENZATA in percentuali differenti dai 3 canali:
– 7% dal Verbale
– 38% dal ParaVerbale
– 55% dal Linguaggio del Corpo (e qui moltissimi scrivono “non verbale”)
Purtroppo questo studio è stato male interpretato da molti e viene riportato molto spesso con frasi del tipo “La comunicazione è al 55% non verbale, 38% paraverbale e 7% verbale”.
NON È COSI!!!
Il VERBALE nel dare un messaggio è FONDAMENTALE, ma ne diminuisce il valore di influenza sugli altri (e su noi stessi) nel momento in cui i tre canali non sono congruenti tra di loro. Quindi, ritornando allo studio di Mehrabian, queste percentuali si riferiscono solo al livello di influenza che hanno sulla percezione di congruenza di un messaggio.
Facciamo un esempio: se io vi dicessi “oggi sto benissimo“, ma con un’espressione triste e un tono di voce basso, la maggior parte di voi non crederebbe alle mie parole, proprio perché il mio linguaggio del corpo e il mio para-verbale smentiscono quanto pronunciato verbalmente. Ecco che in questo caso il verbale ci dà un’informazione importante: uso le parole per mascherare un mio stato emotivo che voglio tener nascosto.
E quale sarebbe questo stato emotivo? Come possiamo scoprirlo?
Qui, la lettura del corpo diventa fondamentale. Perché io potrei dirvi “sto benissimo” subito dopo aver provato rabbia, o mentre provo tristezza, o mentre provo dolore. Il messaggio verbale è lo stesso, ma il suo utilizzo come “maschera” varia. In un caso potrei usarlo perché so che la rabbia è l’emozione socialmente meno accettata. In un altro potrei usarlo per veicolare un messaggio del tipo “voglio vivere la mia tristezza in solitudine”. Se pronuncio quelle parole dopo un incidente, potrei usarle per “rassicurare o per evitare preoccupazione” negli altri. Ecco che in questo caso la non-congruenza tra verbale e non-verbale rende inefficace il messaggio verbale, ma ad un occhio attento rivela tante altre informazioni, soprattutto sulle intenzioni manipolatorie e/o auto-manipolatorie.
Moltissimi riescono a percepire l’incongruenza, ma pochi vanno oltre, leggendo anche l’emozione nascosta o l’intenzione celata.
I primi a studiare la CNV sono stati sicuramente maghi e santoni del lontano passato, che hanno capito il potere della CNV nell’effettuare delle “letture” sugli altri (vedi cold-reading). Poi l’interesse scientifico per la CNV si è risvegliato con gli studi di Charles Darwin. 7Negli ultimi 40 anni, Paul Ekman ha affrontato l’argomento con rigore, studiando le espressioni e le micro-espressioni facciali, individuando 6 espressioni universali: rabbia, paura, tristezza, sorpresa, disgusto e gioia. Ultimamente si è aggiunto anche il disprezzo, e altri studi sono in fase di elaborazione su altre micro-espressioni.
Paul Ekman con i suoi studi ha portato la lettura della CNV a livelli altissimi. Ultimamente il serial tv “Lie to me” ha risvegliato l’attenzione popolare verso la CNV, ma Paul Ekman stesso pubblica sul proprio sito puntuali revisioni a quanto viene detto nel serial televisivo: le esigenze sceniche a volte non rispettano il rigore scientifico dei suoi studi. Ecco che l’approccio alla CNV non può essere superficiale, perché il rischio di interpretazione (e spesso di male interpretazione) è altissimo.
La CNV è un vero e proprio linguaggio, composto da elementi universali e elementi di influenza culturale, ed espresso con atti volontari e atti involontari. Alcuni elementi possono essere controllabili (es. mani, piedi), altri meno (es. pupille, sudorazione,… ).
Sia gli atti volontari, e soprattutto quelli involontari, sono elementi importantissimi da leggere. La CNV può rivelarci quello che gli altri pensano realmente o provano emotivamente, e può essere anche un eccellente strumento di consapevolezza. Io stesso mi rendo conto che a volte dico di “si” per educazione, mentre il mio corpo manifesta disappunto. Ecco che non servono complesse e sofisticate tecniche di allineamento mente-corpo, ma basta la semplice lettura della propria CNV per capire cosa pensa la nostra parte più inconscia. La CNV, essendo sempre presente, è utilissima in tutte le aree della nostra vita, da quella personale a quella professionale. Alcuni la usano nella vendita, altri nella seduzione, altri nel mondo della sicurezza e della prevenzione dei crimini, altri ancora semplicemente per capire meglio i propri figli, o per sapere se il cameriere al ristorante ci sta consigliando qualcosa di veramente fresco.
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