Attenzione al concetto di naturalezza?
Lavoro con moltissime persone ogni anno, e noto che moltissimi confondono la naturalezza con lo “status quo”. Se sono abituati a pensare negativamente, tutto ciò che è pensiero positivo, per loro è innaturale. Se sono abituati a comportarsi come persone tristi, tutto ciò che è gioioso, per loro è innaturale. E la prima resistenza che oppongono, durante qualsiasi percorso di crescita, è proprio questa sensazione di “innaturalezza” che provano già nei primi passi del cambiamento.
Quella sensazione di “non naturalezza” in realtà è solo una semplice resistenza ad un cambio di abitudine, ad un cambio di atteggiamento: chiamiamola “inerzia emotiva”.
Avete presente un bambino che impara a camminare? Come sono i suoi primi passi? Insicuri, indecisi, con un equilibrio precario, un po’ rigidi…
Seguendo lo stesso principio, li definirei proprio “non naturali”! Giusto?
Ma secondo voi, il bambino ha questa sensazione di innaturalezza? O forse sa che è solamente un passaggio, uno stato evolutivo, e in quanto tale è proprio naturale? O forse non si pone proprio il problema della naturalezza, perché il suo obiettivo è imparare a camminare… per poi correre… e poi saltare… ed esprimere così la sua massima libertà in modo del tutto naturale…
Chi si pone troppo il problema della naturalezza, in moltissimi casi ha due grosse difficoltà:
uno, non ha confidenza con l’apprendimento e con il suo percorso che comporta anche momenti di instabilità;
due, si sente troppo osservato e/o giudicato dagli altri.
Chi invece sa che tutto ciò che impariamo all’inizio è goffo, innaturale, rigido, difficile, lo accetta sin da subito. E proprio perché ne è consapevole, che sa che la propria sensazione di fluidità e di naturalezza sarà proprio il segnale che la fase di apprendimento iniziale è stata superata.
Nessuno si sente innaturale nel camminare… ma quando siamo nati, si e no stavamo sulla schiena, e dopo qualche mese gattonavamo! Nel nome della naturalezza sareste disposti a gattonare per tutta la vita?
Forse la grandezza dell’uomo è proprio questa, nel riuscire, con l’impegno, a rendere tutto naturale. Basta osservare gli atleti olimpici: compiono dei gesti tecnici e atletici con una naturalezza ed un’eleganza stupefacente. E tutti sappiamo che all’inizio della loro carriera non era così!
Quando lavoro con le persone, e molte oppongono un’incredibile resistenza al cambiamento con la scusa del “disagio” e della “non naturalezza”, faccio loro molti esempi.
Uno di questi è il cadere. Cadere è naturale o no? Beh, credo che in natura tutto possa cadere, e accadere: anche gli animali cadono e inciampano!
Ma la domanda che mi pongo è, quanto sia naturale rimanere col “culo per terra” (scusate il francese!)…
Se l’atteggiamento negativo, pessimista e triste lo consideriamo come una “caduta” durante il nostro percorso, è naturale. Ma rimanere col sedere per terra a piangere e lamentarsi, beh… quello non è naturale nei confronti del cammino che ci siamo dati come obiettivo.
Quale è lo stato emotivo che i bambini vivono maggiormente? Non tendono forse ad essere gioiosi, a giocare e a divertirsi ovunque, sempre, e con tutto? Naturale no? E sono naturali anche le loro “cadute” nei pianti…
Non amo dividere il mondo in “pensiero positivo” e “pensiero negativo”! Io amo parlare di PENSIERO EVOLUTIVO… dove tutto contribuisce alla crescita dell’individuo e della collettività. Se riusciamo a dare un senso evolutivo a tutto, allora tutto è naturale e fa parte del nostro percorso.
Io voglio andare da qui a lì (il mio obiettivo): so che nel mio percorso cadrò… e va bene. So che nel mio percorso incontrerò delle spine… e va bene! Non sarò rispettoso della mia evoluzione se strada facendo mi farò distrarre dalle cadute e dalle spine. Mettiamole in conto già prima di partire… ma senza doverle andare a cercare strada facendo!
Quindi?
Quindi stare male è naturale? Sì… ma come non è naturale passare una vita intera ad indugiare nello star male!
E quindi sentirsi innaturali quando cerchiamo di sorridere è naturale? Sì… fino a quando non diventeremo naturalmente sorridenti anche di fronte le difficoltà!
E quindi sentirsi innaturali quando cerchiamo di migliorarci è naturale? Sì… perché la innaturalezza non è nei confronti del miglioramento, ma è nei confronti di qualsiasi cambiamento… sia migliorativo che peggiorativo!
E quindi sentirsi innaturali è naturale? Sì… come potrebbe essere innaturale, e sconveniente, rimanere immobili e non evolverci mai, solamente per continuare a sentirci naturali!
Buona Evoluzione e Buona (in)Naturalezza.