La conoscenza della CNV e del Linguaggio del Corpo è fondamentale nel COACHING
Molti interessati alla nostra Scuola di Coaching ci chiedono come mai il nostro percorso contenga anche una formazione specifica, di ben due giornate full immersion, sulla CNV (Comunicazione Non Verbale) e il Linguaggio del Corpo.
Le risposte a questa domanda sono molte e varie.
Per prima cosa, il COACHING è un rapporto professionale che si basa sulla fiducia e gran parte della fiducia, almeno all’inizio di una relazione, la si conquista grazie alla propria Comunicazione Non Verbale. Entrare rapidamente in sintonia (che è diversa dall’empatia e dalla simpatia) è molto importante nel processo di Coaching, e lo sviluppo di questa sintonia è influenzato non solo dal processo di Coaching e dalle formule verbali, ma anche dal linguaggio del corpo e dai suoi sottili aspetti spesso trascurati: dal sorriso, dalla postura, dal ritmo respiratorio, dal gioco di sguardi.
Immaginate di iniziare a parlare con il vostro Coach e dopo pochi secondi lui si tira indietro sulla sedia e mette le mani dietro al collo, in una posizione che solitamente comunica “superiorità”: come vi sentireste? Molti potrebbero subire il fascino di quella “superiorità”, ma questo non aiuterebbe comunque nella costruzione del giusto rapporto di fiducia funzionale al processo di Coaching.
In secondo luogo, la corretta lettura del linguaggio del corpo, della sua gestualità, delle espressioni e delle micro-espressioni, è fondamentale in tutto il processo di Coaching. In fase di pre-analisi del caso, è utilissimo per capire se effettivamente la richiesta è di competenza di un Coach. E anche in fase di sblocco, sostegno e sviluppo della performance desiderata dal Coachee saper leggere le informazioni non verbali è fondamentale.
Qualche esempio pratico?
Una volta un atleta che seguo mi ha detto di voler imparare a gestire la rabbia che prova quando si trova di fronte alle decisioni federali, che purtroppo seguono logiche politiche e non meritocratiche. Ma mentre lo diceva e ogni volta che ne parlava, sul viso manifestava una micro-espressione di tristezza. Quanto sarebbe fallimentare fornire ad un cliente strumenti per gestire la propria rabbia quando in realtà ciò che prova è tristezza/dolore?
In questo caso ovviamente, senza contraddirlo accogliamo quanto dice il cliente, ma gli proporremo delle piccole azioni che permetteranno di verificare quali siano le reali reazioni emotive e il conseguente sviluppo della capacità di gestione delle stesse.
Una terza risposta all’importanza della CNV nel Coaching è data dall’utilizzo della stessa nelle varie indicazioni che un Coach potrebbe fornire ai propri clienti. La CNV e il Linguaggio del Corpo hanno delle logiche che ben si prestano ad attività a supporto dello sviluppo della performance, sia essa sportiva o professionale.
Un esempio pratico può essere l’importanza della CNV nell’applicazione dello stratagemma del “fingersi deboli per diventare più forti”. Gli atleti che gareggiano spesso sono influenzati negativamente dal loro voler apparire più forti o dalla percezione che gli altri atleti sembrino più forti. Scatta così una gara all’apparenza che si svolge interamente nella mente dell’atleta, in cui molto spesso si perde. Il miglior modo per “vincere” questa gara mentale (che in realtà non esiste) è convincere l’atleta a perderla, con uno stratagemma. Si persuade il proprio coachee che l’atleta più forte è colui che può fingere di essere debole. Gli prescriviamo così il doversi fingere debole prima della competizione: deve camminare per il palazzetto con un fare dimesso, con un atteggiamento da perdente, quasi strusciandosi. Qui entra in gioco l’uso strategico della CNV e del linguaggio del corpo.
E sono sicuro che il Linguaggio del Corpo, essendo una vera e propria lingua che tutti parliamo ma che pochi sanno ascoltare, trova tante altre applicazioni nell’ambito del Coaching, oltre quelle qui descritte.
Buona CNV e buon Coaching!
Piercarlo
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