Quanto è importante passare dalla conoscenza all’esperienza?
Negli ambienti formativi ci si è spesso focalizzati sulla distinzione tra conoscenza e competenza. Se un tempo bastavano (o ci sembrava bastassero) corsi di formazione basati sul “conoscere”, questo approccio è divenuto ben presto limitante: formatori e docenti richiamati all’ordine e stimolati nella direzione del “saper fare”… finalmente un po’ di sviluppo di competenze!
Condividere strategie ed organizzare laboratori di simulazione che potessero sviluppare le abilità è diventato ben presto una necessità…
Fortunatamente questo primo cambio di paradigma formativo ha consentito a corsisti e studenti di uscire dai corsi di formazione, tirare un sospiro di sollievo e pensare: “Adesso SO FARE!”.
Che conquista! È stato come accendere un motore spento, metterlo finalmente in moto e consentirgli di fare il suo “mestiere”.
C’è un limite però: quel motore, acceso e ormai entrato a regime, ha continuato a viaggiare al minimo. Non gli è stato messo a disposizione alcun piede da schiacciare sull’acceleratore dell’apprendimento.
Quale potrebbe essere un ulteriore salto in avanti da compiere?
So –> So fare –> HO FATTO!
Passare dalla conoscenza alla competenza non basta; bisogna passare dalla competenza all’ESPERIENZA!
Bisogna ripensare ad un modello formativo che FACCIA FARE ESPERIENZA diretta e sul campo. Il corsista (o lo studente) coinvolto nel processo di apprendimento dovrà poter dire a sé stesso: “L’ho fatto!”.
Non basta mettere in movimento i neuroni specchio, quelli che si attivano quando veniamo posti di fronte a qualcuno che esprime le sue competenze, facendo (o dicendo) qualcosa. In buona sostanza i nostri neuroni specchio ci permettono di immedesimarci nei gesti e nei pensieri di chi abbiamo di fronte; viviamo una sorta di apprendimento indiretto, comunque utile… ma di certo non paragonabile rispetto a quello che si basa su un’ESPERIENZA compiuta direttamente.
Quando descrivo a qualcuno l’esperienza della Formazione in Cammino, tengo a sottolineare che in questo corso di formazione emerge in modo molto evidente questo passaggio dal “So fare”, al “Ho fatto!”. Durante i cinque giorni in strada non c’è nessuno che cammina al posto tuo… non tornerai a casa limitandoti a ricordare di aver conosciuto persone capaci di percorre più di 100 km in quattro giorni e di raggiungere col sorriso sulle labbra Assisi, partendo da Rieti. Quello che farai sarà tornare a casa con la consapevolezza di aver già fatto quell’esperienza e di averla vissuta da protagonista!
Come sai mi dedico all’aggiornamento professionale degli insegnanti: credo che questo “passaggio formativo” sia cruciale e determinante per l’apprendimento degli studenti.
L’invito che rivolgo quindi a tutti i lettori è quello di cercare modi pratici di passare sì dalla conoscenza alla competenza, ma di far proseguire i propri alunni fino all’esperienza diretta di quello che vogliamo essi apprendano in classe.
Mi aspetto numeroso proposte operative adatte a realizzare questo obiettivo didattico: condividere le proprie strategie (già sperimentate o meno) sarà un modo per proporle ai colleghi e arricchire il proprio bagaglio delle loro.
Alberto
Eh già… sapere o saper fare serve a poco… se poi non si fa!
A scuola, in un corso di formazione… nella vita!
[…] le nuove indicazioni nazionali che prescrivono una valutazione per competenze, vi suggerisco di cliccare qui per leggere il nuovo articolo che ho scritto e pubblicato sul blog di FYM (che come sapete è la società di formazione aperta […]