Coaching e Formazione: differenze e punti di contatto.
Ricordo ancora quando una grande azienda, con un ufficio formazione molto ben strutturato, organizzato e competente, ci fece la seguente richiesta: “Stiamo cercando un Coach che ci faccia un corso di motivazione“.
In quel momento capimmo quanta confusione c’è nel mondo della formazione e del coaching, anche ad alti livelli e anche in aziende e in persone molto preparate.
Da qui l’esigenza, dapprima per noi stessi, di definire bene i ruoli, le aree di competenze e gli strumenti di intervento. Anche perché noi stessi siamo i primi ad essere Formatori, Coach e Consulenti.
Ho già scritto un articolo sulle tre tipologie d’intervento organizzativo: Formazione, Coaching e Consulenza, ma con questo nuovo post voglio focalizzarmi solo sulle differenze, le similitudini e le sinergie che ci sono tra Formazione e Coaching.
Prima di scendere nei dettagli, voglio condividere con voi uno schema che usiamo nella nostra Scuola Formazione Formatori e nella nostra Scuola di Coaching, per introdurre le varie tipologie d’intervento in ambito organizzativo.
I due parametri principali sono le dimensioni individuo/gruppo e apprendimento emotivo e cognitivo, e subito emergono, a colpo d’occhio, le due principali differenze tra Coaching e Formazione, che sono in quadranti opposti. Questa opposizione da una parte ne evidenzia le differenze, dall’altra costituisce una grande opportunità in caso di integrazione e sinergia tra le due metodologie.
Ma vediamo bene insieme quali sono le differenze.
1 – La prima differenza è nella dimensione individuo/gruppo.
Il Coaching si caratterizza per la sua dimensione ONE TO ONE, uno a uno, e ONE TO FEW (uno a pochi) che è tipica del TEAM COACHING.
La Formazione solitamente va dal ONE TO FEW, uno a pochi (detto anche “Team Setting” o formazione con piccoli gruppi) al ONE TO MANY, uno a molti (detto Group Setting). Ovviamente nulla esclude che si possa fare formazione anche One to One: è il caso, ad esempio delle lezioni individuali di inglese o di musica. Sicuramente nel rapporto one-to-one la didattica risulta molto personalizzata (o almeno dovrebbe), ma comunque non si può parlare di Coaching.
2 – La seconda differenza che emerge immediatamente da questa matrice a doppia entrata è che il Coaching è più orientato al “far sentire”, quindi a generare dei cambiamenti funzionali partendo dall’emotività del Coachee. La Formazione, invece, è più orientata a “spiegare e far capire” a generare degli apprendimenti partendo dalla cognizione. Il Coaching lavora di più sul sistema percettivo-reattivo e sulle capacità comportamentali (apprendimento emotivo), la Formazione lavora di più sulla cognizione e sulla comprensione logica (apprendimento cognitivo).
3 – La terza differenza è nel focus, e di conseguenza nelle responsabilità che sottendono nelle rispettive professioni.
Nel Coaching il focus è sulla PERFORMANCE, ed in particolare nello sblocco, nel sostegno o nello sviluppo performativo. Nella Formazione, invece, il focus è sull’APPRENDIMENTO. Ovviamente ogni nuova performance genera nuovi apprendimenti, e ogni nuovo apprendimento può generare nuove performance, ma comunque la differenza è sostanziale. Il Coach ha una responsabilità nel supporto al processo performativo (che resta comunque sotto la piena responsabilità del Coachee), mentre il formatore ha una responsablità didattica. Se un formatore spiega bene, fa comprendere e trasferisce il know-how richiesto ai livelli richiesti, non è poi responsabile della messa in pratica di quanto appreso.
Prendiamo ad esempio il public speaking. Una formazione sul public speaking deve trasferire il know-how sull’arte oratoria. Un percorso di Coaching punta a migliorare la performance individuale nell’oratoria, nello specifico campo di applicazione.
4 – Il Coaching è solitamente destrutturato, la Formazione è solitamente strutturata e preparata in anticipo. Nel Coaching il Coachee è una variabile vincolante, per cui è impensabile progettare e preparare interventi di Coaching standard e ripetibili su chiunque; nella Formazione, invece, è possibile progettare le lezioni e ripeterle su pubblici diversi.
5 – Collegandoci al punto 4, il Coaching può essere solo personalizzato, motivo per cui personalmente non credo nei programmi di Coaching predefiniti e standardizzati (magari anche attraverso video ed e-learning). Nella formazione, invece, i livelli di personalizzazione sono variabili e flessibili. Personalizzazione che comunque ha dei limiti dati dalla dimensione del gruppo.
6 – Nel Coaching lo strumento principale è il DOMANDARE. Nella Formazione lo strumento principale è il DIRE. Il Coaching lavora attraverso le domande per supportare al massimo lo sviluppo AUTONOMO della performance del Coachee. La Formazione, invece, usa di più il dire, l’asserire, e l’affermare per far arrivare i contenuti che vuole trasmettere. In quei casi in cui la formazione, ad esempio in quella esperienziale, anziché usare il “dire” usa il “far fare” e il “far dire”, secondo noi siamo più vicini al mondo della facilitazione.
7 – Nel Coaching i livelli di formalità sono molto bassi, un po’ per la dimensione relazione one-to-one, un po’ perché il Coaching si basa su una relazione di fiducia e sintonia che solitamente abbatte le barriere formali. Nella formazione, invece, i livelli di formalità possono essere variabili, fino ad arrivare a livelli altissimi.
8 – Nel Coaching il cliente si focalizza sulla qualità della relazione con il Coach; nella Formazione il cliente si focalizza sulle conoscenze e le competenze del Formatore.
9 – Il Coach non possiede alcuna competenza specifica di settore, in quanto è un “consulente di processo”. Un Coach (o Mental Coach) che segue un atleta, ad esempio, non deve conoscere gli aspetti tecnici dello sport di riferimento. Un formatore, invece, deve possedere conoscenze e competenze specifiche nel settore in cui vuol fare formazione. Anche nel caso delle competenze trasversali, ad esempio, un formatore deve avere contenuti spendibili e trasferibili.
10 – Nel Coaching l’interazione è bidirezionale Coach-Coachee e Coachee-Coach. Nella formazione, invece, può essere unidirezionale (Formatore-Uditori), bidirezionale o multidirezionale.
11 – Altro elemento di differenza è la durata delle singole sessioni d’intervento. Nel Coaching solitamente le sessioni durano da 30 minuti ad un massimo di 2 ore. Possono fare eccezione le sessioni di Team Coaching, dove si può arrivare a 4 ore, ma dove solitamente vi è un intreccio tra Coaching, Formazione e Consulenza. Nella Formazione invece, nonostante si vada sempre di più verso il “bite-size”, le singole sessioni durano mediamente dalle 4 alle 8 ore.
12 – Collegata al punto 11, l’altra differenza è la modalità di svolgimento nel tempo. Il Coaching solitamente si eroga in modalità percorso, che mediamente varia da 3 a 12 sessioni ogni 2-4 settimane circa. Possono fare eccezione percorsi di Coaching sportivo per atleti che vogliono essere seguiti per più stagioni, così come quei casi (molti) che si risolvono in una o due sessioni. Mentre nella formazione, oltre alle modalità percorso, è possibile anche la modalità “one-lesson”: un singolo intervento formativo che non preveda sviluppi di periodo.
13 – Infine, mentre nel Coaching si lavora su indicazioni specifiche e personalizzate, che possono anche produrre apprendimenti generali, nella Formazione si parte da “apprendimenti generali” che possono generare applicazioni personali.
Ma oltre a questi punti di differenza, ci sono anche tanti punti di contatto e tanti elementi in comune, che permettono di integrare e rendere sinergici gli interventi di formazione e di coaching.
Da anni, ad esempio, sviluppiamo piani di formazione e coaching integrati. La formazione spiega e punta allo sviluppo delle conoscenze e delle abilità, mentre il Coaching supporta i “discenti” nello sviluppo del piano di azione individuale e nella pratica delle abilità apprese.
Per questo, dal nostro punto di vista, un formatore dovrebbe avere competenze di Coaching, per poter supportare i singoli discenti nello sviluppo di un’applicazione individuale e personale di quanto appreso, e ogni coach dovrebbe possedere alcuni contenuti propri della formazione che al bisogno possono essere trasmessi e trasferiti ai coachee.
Così, come in un arcobaleno in cui il passaggio da un colore all’altro non è netto come nei disegni, ma che nella realtà è sfumato, le abilità di coaching e di formazione possono interagire e possono sfumare nei vari interventi e renderli così ancora più efficaci ed efficienti.
Buon Coaching e buona Formazione!
Piercarlo
>> Scopri la nostra SCUOLA COACHING
>> Scopri la nostra Scuola FORMAZIONE FORMATORI
Meticolosa e dettagliata precisazione.
Grazie anche per gli spunti di riflessione.
Si innescano, nella mia professione di insegnante,ora, utili riorientamenti.
Grazie a te Maria Rita!
Ottimo articolo, chiaro, breve ed esaustivo nei punti fondamentali. Davvero utile. Grazie Piercarlo!
[…] Ecco perché voglio segnalarti la lettura di un articolo scritto dal mio collega Piercarlo, riguardante la differenza tra Coaching e Formazione: nella nostra Scuola ci occupiamo di preparare sia Coach che Formatori professionisti, preoccupandoci di rendere evidenti le differenze tra queste due professioni e, al contempo, indicandone le aree di integrazione. Leggi l’articolo… […]