L’importanza delle domande nella comunicazione
Sempre più spesso on-line si “inciampa” in una frase diffusissima da anni nel mondo della formazione e del coaching:
“Chi domanda comanda”.
Personalmente non la condivido, anche perché l’idea, per non dire illusione, di “comandare”, nella comunicazione e nelle relazioni è molto pericolosa e disfunzionale.
L’obiettivo del domandare non è l’illusorio e disfunzionale voler comandare, ma dovrebbe essere il dolce danzare con l’altro e influenzare, con eleganza, il dialogo e la comunicazione.
La comunicazione è arte, e in quanto tale, saper fare domande richiede formazione, esercizio e pratica continua.
La qualità delle nostre relazioni è data dalla qualità della nostra comunicazione… e la qualità della nostra comunicazione è influenzata anche dalla qualità delle nostre domande.
Domande che possiamo porre a noi stessi e agli altri, e che, di conseguenza, influenzeranno, inevitabilmente, la qualità delle risposte che otterremo.
Da un punto di vista pragmatico, le domande influenzano il processo comunicativo in quanto orientano l’attenzione (o puntano ad orientarla) in una direzione specifica.
Un esempio?
Se io vi chiedessi “Cosa c’è di rosso intorno a voi?”… ecco che la mente inizierà a cercare tutto ciò che c’è di rosso, ignorando le migliaia di colori che ci circondano.
Ecco che quindi le domande influenzano notevolmente le risposte che otterremo.
E proprio per questo motivo, il primo passo da fare per sviluppare una buona comunicazione strategica, non è mettere in discussione le risposte che riceviamo, ma mettere in discussione le domande che (ci) poniamo.
Vi faccio un esempio pratico.
Qualche settimana fa sono andato, come da mia abitudine, a prendere mio figlio Leonardo all’asilo e una mamma, appena il figlio le è andata incontro ha chiesto al bimbo: “Cosa ti hanno fatto oggi?“.
Io sono rimasto di stucco…
Questa domanda, è sottesa da una logica di vittimismo… lo percepite anche voi?
E così, strada facendo con Leo, ho riflettutto su quante e quali domande poter fare ad un figlio dopo l’uscita dalla scuola… stando attenti a non cadere nella trappola di trovare la domanda migliore, perché spesso il meglio è nel variare...
Ecco che possiamo chiedere:
- “Come è andata oggi?”
- “Cosa hai imparato di nuovo oggi?”
- “Cosa hai fatto di nuovo oggi?”
- “A cosa avete giocato oggi?”
- “Qual è stata la cosa più divertente che hai fatto oggi?”
- ecc…
E vedete, anche solo a colpo d’occhio, come la domanda influenza la risposta e la cornice d’attenzione?
Partendo dall’idea che non esistono risposte giuste ad una domanda sbagliata, una delle azioni più importanti per elevare la qualità della nostra comunicazione, è migliorare la qualità delle nostre domande.
Come sosteneva il padre del criticismo:
“Prima di valutare se una risposta è esatta si deve valutare se la domanda è corretta.”
Immanuel Kant
Spesso mettiamo in discussione le risposte che riceviamo… ma dovremmo prima mettere in discussione la qualità delle domande che abbiamo posto e le modalità in cui le abbiamo poste.
Ecco perché nel coaching le domande sono centrali: spesso i clienti che si rivolgono ad un coach hanno difficoltà a trovare le proprie risposte in autonomia semplicemente perché si sono posti domande che non facilitano la ricerca di risposte… o che li ingabbiano in rigide cornici logiche che non permettono di trovare risposte.
Quando vogliamo risposte diverse dobbiamo fare domande diverse…
Buone domande e buona comunicazione strategica!
Piercarlo
La qualità della nostra Vita dipende dalla qualità delle domande che facciamo a noi stessi e agli Altri!