Anche le non risposte sono risposte!
Quante volte ci è capitato di non ricevere risposta ad una domanda?
Quante volte abbiamo aspettato “inutilmente” risposta ad un messaggio, o ad una chiamata?
Oggi parliamo di un argomento importantissimo: le NON-RISPOSTE.
Molti di noi prima o poi si confrontano con l’assenza di risposta da parte di altri… ed emotivamente ne risentiamo quasi tutti (e toglierei anche il “quasi”).
Io, personalmente, ho imparato a considerare le non-risposte come un grande momento di CRESCITA PERSONALE.
Le non-risposte sono tra le migliori maestre emotive che possiamo avere. Sì, perché la maggior parte di noi, sulle “non-risposte” ha delle reazioni emotive fortissime: chi si arrabbia, chi soffre, chi si crea dei “film mentali”, chi inventa da solo/a le probabili risposte…
Ed è proprio per questo motivo che sono una grandissima opportunità di crescita personale.
Innanzitutto dobbiamo fare uno sforzo di CONSAPEVOLEZZA, che è alla base della crescita personale, e dobbiamo ammettere ONESTAMENTE a noi stessi (e pubblicamente) che anche noi a volte non rispondiamo. O Sbaglio?
Sicuramente ci sarà qualcuno che dirà “Chi? Io? Io maiiiiiiiii”… ne incontro sempre tanti; poi quando faccio qualche domanda un po’ più “impegnativa” o invio qualche sms/messaggio, la risposta non arriva. Non c’è nulla di male nell’ammettere che anche noi, spesso non rispondiamo. È UMANO e noi siamo umani! Non vi sto chiedendo di iniziare a rispondere sempre a tutto o a tutti, non sto giudicando chi risponde e chi no… vi sto solo comunicando che consapevolezza e responsabilità sono, secondo me, i due elementi più importanti della crescita personale.
Ammettere CONSAPEVOLMENTE che anche noi, a volte o spesso, non rispondiamo ci responsabilizza e ci fa accettare meglio le “non-risposte” altrui. E inoltre ci consente di connetterci con quella parte di noi (che c’è in ognuno di noi) che a volte “fugge” e che ci consente di comprendere come mai altri a volte non ci rispondono.
La domanda successiva da farci è la seguente: “In quali occasioni tendiamo ad evitare di rispondere?”
La maggior parte di noi non risponde in un caso: quando se fossimo noi a ricevere quella risposta, ci resteremmo malissimo. Ed ecco che quindi usiamo la strategia dell’EVITARE.
Per questo motivo l’aspetto importante delle “non-risposte” è che sono uno dei migliori strumenti che ci consentono di conoscere gli altri (e anche noi stessi, quando siamo noi a non rispondere). Quando non riceviamo risposta, dobbiamo imparare a fermare quel fiume di pensieri e di scuse che ci devasta e che non corrispondono mai alla realtà. Dobbiamo interrompere quelle emozioni collegate alla ricerca forzata di una risposta e accettare la “non-risposta” come una vera e propria risposta.
Anzi, dobbiamo iniziare a considerare le “non-risposte” come vere e proprie risposte.
Anche il solo dire “ho ricevuto una non risposta” è diverso dal dirsi “non ho ricevuto risposta”.
Le “non-risposte” ci consentono di capire di fronte a quali domande la persona con cui stiamo interagendo si trova in difficoltà, e in quali situazioni preferisce EVITARE anziché rispondere! Riusciamo a capire il suo livello di trasparenza, la sua capacità di essere diretto e il suo “equilibrio emotivo”.
Non ci vuole una laurea per capire che molto spesso una “non-risposta” è un NO… ed è un NO cui manca il coraggio di essere pronunciato. Ma a volte è anche una dimenticanza, o una distrazione… e l’unica cosa certa è che noi non possiamo saperlo.
Il grande sforzo emotivo che dobbiamo fare è nel non giudicare, e nel limitarci ad OSSERVARE SERENAMENTE. Questo ci consente di mantenere il nostro equilibrio, ed indirettamente di aiutare l’altro ad osservare il proprio comportamento senza sentirsi giudicato, o, peggio ancora, aggredito! Nell’osservare l’altro, è importante cercare anche di ascoltare quali sono le motivazioni della sua “non-risposta”. Molto spesso le persone sono consapevoli di non aver risposto volutamente e tendono a giustificarsi preventivamente… chi con scuse più o meno inventate… chi dicendo onestamente che non ha voluto rispondere. Anche in questo caso non dobbiamo giudicare, ma semplicemente OSSERVARE.
Ricordate: un giudizio può creare reazioni ostili… l’osservazione invece stimola la consapevolezza.
Domanda: che cosa fare con chi non-risponde? Beh, ricordiamo sempre che l’unica persona che possiamo modificare siamo noi stessi, e che l’unico comportamento che possiamo migliorare è il nostro: quindi possiamo solo cambiare il nostro atteggiamento e il nostro comportamento. Spesso abbiamo reazioni di rabbia o reazioni inquisitorie: io le eviterei decisamente. Al limite ridurrei le domande da rivolgere a quella persona, considerando la non-risposta come un “non voglio ricevere domande”.
Oppure, strategicamente, facciamo presente all’altro che ci consideriamo liberi di interpretare la sua “non-risposta”.
A volte mi è capitato di dire apertamente ad alcune persone: “Scusami se ti ho posto una domanda cui non hai risposto. Ma in questo modo ho avuto l’opportunità di capire meglio quali sono le situazioni che preferisci evitare, anziché affrontare apertamente. Grazie. Abbiamo avuto entrambi la possibilità di conoscerci meglio.”
Oppure mi è capitato di scegliere di dire, con la massima serenità, “se non mi rispondi ad una domanda così semplice, posso solo decidere di non voler affrontare insieme a te situazioni più impegnative”. Se lo fate, fatelo sempre con Educazione e Serenità. Mai come una rivalsa o un affronto.
Ecco che, cambiando il nostro atteggiamento, quando riceviamo una “non-risposta” dobbiamo esserne GRATI.
Un’altra cosa importante da sapere è che se qualcuno non ci risponde può essere anche perché non ha il coraggio di dire “NO”. In questo modo riusciamo anche a sapere che quella persona ha grosse difficoltà con il “RIFIUTO”, e che quindi proietta sugli altri la difficoltà emotiva della propria gestione di un eventuale rifiuto. In questo caso io, per rispetto, eviterei di rifiutare l’altra persona, ma la lascerei alle sue “non-risposte”. Una parte di sé sa che non sta rispondendo, e quella parte, prima o poi, dovrà responsabilizzarsi. Così come è possibile che la non risposta sia un segnale chiaro del “non voglio relazionarmi con te”. E in quanto tale va considerato con un termometro della relazione.
In alcuni casi, ed è un bellissimo esercizio di crescita, sarebbe bene dire noi “NO” al posto dell’altro. Nel peggiore dei casi, si trasforma da una “non-risposta” ad un “no”; nel migliore dei casi l’altro potrebbe accorgersi di aver incontrato una persona equilibrata, che non ha paura dei “no”, che è solida nel parlare apertamente agli altri e se stessa.
Beh… a questo punto non mi resta che augurarvi di continuare a crescere sempre, sia di fronte le risposte, sia di fronte le “non-risposte”.
BUON VOI STESSI!
grazie grazie grazie…ho iniziato da poco a lavorare con il network marketing e ho ricevuto tantissime NON RISPOSTE …
tutti i giorni mi leggo questo articolo fino a quando non mi viene in automatico
ciao ciao
Ho riletto questo blog dopo molti anni ed è sempre attuale. Oserei aggiungere a questo post fatto così bene, la domanda: “A quale parte di te non dai risposta?”
Quello che mi rode di più è che ti mandano un messaggio, tu rispondi pochi secondi dopo e chi lo riceve non lo legge neppure, la gente è strana…
Le non risposte ! E’ dura per me in quanto la mia compagna, a qualsiasi domanda risponde con una non risposta o con un’altra domanda o senza dare risposta (magari perché quella stessa domanda gliela avevo posta la settimana prima).
E’ veramente “pesante” , stronca il dialogo e ti chiedi il perché di un comportamento che spesso innesca discussioni gratuite ed inutili.
Lasciala… Anch’io mi ero relazionati ad una persona così… È una forma di disturbo mentale… Lasciala
Se IO chiedo informazioni rispondo.
Se IO VENGO DISTURBATO senza aver chiesto informazioni NON rispondo.
Chi non risponde avendo chiesto informazioni è il cosiddetto C. U., ovvero caso umano.
Ma …io penso che sia un problema di infelicità della persona…(le non risposte )
La non risposta per me ha due significati:
– non me ne importa nulla di te (tanto che non ti rispondo nemmeno)
– non ho il coraggio di dirti di no, per questo evito di risponderti
In ogni caso risponde bene l’autore quando dice che si è liberi di interpretare la non risposta, ma senza rabbia. Secondo me una buona soluzione è anche cercare di parlare con la persona, dicendo che, appunto, non avendo avuto alcuna risposta( forse perchè la persona ha paura di offenderci) ci si sente liberi di comportarsi come si vuole.
L’articolo mi ha fatto riflettere sul fatto che anche io una volta non ho risposto(in realtà a una lettera di complimenti ed apprezzamenti alla mia persona senza secondi fini perchè ero in imbarazzo e non sapevo cosa rispondere) e così ho compreso come sia sempre necessario rispondere o chiedere. Mai dare niente per scontato.
leggo ora questo vecchio post….Io rispondo sempre invece e se la domanda è scomoda rispondo che dicendo quello che mi sento di dire e che preferisco non dire altro. Ma non rimango in silenzio come se il mio interlocutore non esistesse!! Ciò che a me dà fastidio sono le persone che non rispondono come se rispondere fosse per loro un fastidio. Sono dei maleducati o opportunisti perlopiù…e smidollati. Domandare è lecito, rispondere è cortesia
Per me rispondere significa essere educati.
Si può dire NO in mille modi diplomatici, ma non rispondere proprio è da ineducati a qualunque livello.
25 anni fa ho avuto la mia prima relazione con una ragazza conosciuta al mare.
Purtroppo ero l’amante…lei stava con un altro.
Ci incontravamo nei fine settimana abitando in città diverse e in modo alternato; un weekend era per me, il successivo per lui e così via.
Ci siamo frequentati per soli sei mesi ma fu comunque una relazione intensa e per me importante avendomi sbloccato da un problema legato alla mia malattia e ad una immagine del mio corpo (malformazione dell’addome) che non ho mai accettato.
Mi lasciò lei ovviamente e nel peggiore dei modi…non rispondendo più alle mie chiamate.
Riuscii comunque a richiamarla con il cellulare di un mio amico per chiederle spiegazioni…litigammo perchè mi trattò con superficialità come se avesse fretta…ero diventato improvvisamente il signor nessuno; era chiaro che ero stato sostituito.
Poi arrivammo agli insulti io le dissi che era una poco di buono e lei contraccambiò dicendomi che a letto aveva sempre finto.
Finì così.
Passarono circa 13 anni (io ero fidanzato) e un giorno incuriosito (con il tempo idealizziamo spesso una persona e lei non compariva sui social esattamente come il sottoscritto) contattai un suo parente per cercare di farmi dare il suo numero di telefono e la chiamai.
Fu una telefonata strana; eravamo entrambi imbarazzati.
Mi disse che aveva un figlio e che lavorava per una cooperativa….poi cercai di tagliare corto…non riuscivo più a parlare…risentirla mi aveva destabilizzato e terminai la telefonata dicendole in modo simpatico che se le avesse fatto piacere avremmo potuto risentirci.
Pochi giorni dopo, sentendomi in colpa nei confronti della mia fidanzata, cancellai il suo numero di telefono.
Passarono altri 9 anni e arrivò il Covid ed io ero al mio terzo del quinto anno di dialisi; si moriva come in trincea; fu tremendo.
Con la paura di non avere più tempo la cercai di nuovo ricontattando quel suo parente ed avuto il suo numero la chiamai ma non mi rispose così le inviai un messaggio su whatsapp dicendole (senza scriverle della dialisi e dei miei problemi di salute) sostanzialmente che era una delle persone che avevo di più care al mondo, che speravo che stesse bene visto il momento non facile e che le ero riconoscente per quanto aveva fatto per me.
Mi sono sempre sentito in debito nei suoi confronti.
Non so se vide il messaggio (notai solo la spunta del ricevuto e niente altro) e comunque al quel messaggio non rispose mai.
Quindi, per restare in tema, credo che non rispondere, in certe circostanze, non sia un gesto di cortesia verso l’interlocutore per risparmiargli l’amara verità.
Si può dire qualsiasi cosa ricordandosi sempre che la forma è sostanza.
Non rispondere è sempre una forma di silenzio punitivo.
Se mi avesse risposto non sarebbe successo nulla di strano…l’avrei semplicemente ringraziata e avrei cancellato nuovamente il suo numero perchè del resto lei non mi ha mai autorizzato ad averlo nè tanto meno a conservarlo e sarebbe finita li.
Ma almeno avrei avuto il piacere di poterla risentire per un’ultima volta.
Mi sono rimasti solo sofferenza e rimpianti.
Scusatemi se sono stato prolisso.
Dietro alle non risposte purtroppo c’è sempre una mancanza, una persona matura dovrebbe avere capito che sbagliamo tutti ma avere il coraggio di riconoscere i propri errori e affrontare le conseguenze e il primo passo ee l’unico che può darci la possibilità di rimediare a quel errore che abbiamo commesso.