Il Coaching non è sfornare soluzioni a chiunque per qualsiasi cosa!
Quasi quattro anni fa pubblicai questo post su facebook.
Era il 2015, e ricordo ancora quando questo pensiero attraversò la mia mente: un cliente si lamentava di alcuni interventi di coaching e di formazione che aveva ricevuto. Lamentava soprattutto il fatto che tutto veniva presentato come facile, semplice da realizzare, quasi risolvibile con uno schiocco di dita. E, peggio ancora, quei coach cui si era affidato gli davano consigli (che spetterebbero più ad un consulente che ad un coach) su come gestire le sue risorse umane (quasi 100 persone) e loro in prima persona non avevano mai gestito nessuno e a suo dire non erano abili neanche a gestire loro stessi.
Molto probabilmente il mio cliente era nella trappola del colpevolizzare gli altri delle proprie difficoltà: infatti parte del mio intervento è stato sulla massima responsabilizzazione, sullo sviluppo della propria area di influenza strategica agita e nella riduzione delle influenze disfunzionali subite.
Ma non ho potuto fare a meno di condividere molte delle sue riflessioni. Così mi è venuto questo pensiero, che ad oggi riformulerei in modo leggermente diverso:
Con i problemi degli altri sono tutti consiglieri, con le performance altrui sono tutti coach e con le aziende degli altri sono tutti imprenditori!
Attenzione: questo, secondo noi, non è Coaching!
Un Coach, per definizione dovrebbe essere un esperto di cambiamento, e aggiungiamo, di cambiamento strategico. Consigliare direttamente non è per nulla strategico!
Anche sui pacchetti di sigarette c’è scritto “il fumo uccide”, ma non per questo possiamo definire il pacchetto di sigarette un “mental coach”. E, cosa ancora più importante, quel consiglio non dissuade quasi nessuno. Anzi, ha generato nuovi business, come quello dei copri-pacchetti!
Dobbiamo quindi comprendere che dire a qualcuno di far qualcosa non sempre, per noi dire quasi mai, è strategico e funzionale. Anzi, spesso sortisce solamente l’effetto di infastidire. Peggio ancora se poi questi “consigli” sono delle ovvietà, per non dire banalità.
Consigli quali “devi essere te stesso“, “dovete fare un buon gioco di squadra“, “dovete sviluppare un bel clima interno“, “valorizzate le risorse umane” e bla bla bla, scusatemi, ma secondo noi lasciano il tempo che trovano.
Veramente pensiamo che basti dire a qualcuno che è bene collaborare, per stimolare collaborazione? O che basti dire “devi credere in te stesso” per aumentare l’autostima dell’altro? Ad essere buoni potremmo considerarla ingenuità, ad essere cattivi potremmo considerarla mancanza di competenza.
Un Coach è un esperto di cambiamento, e in quanto tale deve sapere che la maggior parte dei cambiamenti non avviene in modo logico-lineare. Anzi, gran parte dei cambiamenti partono dal “sentire”: sono cambiamenti emotivi.
Per questo dare consigli non è Coaching.
Il Coaching è una vera e propria arte, una consulenza di processo che supporta i clienti (individui ed organizzazioni) nello sviluppo delle proprie performance nella massima autonomia.
Non è coaching se propone soluzioni “pre-confezionate” ed uguali per tutti.
Non è coaching se non genera nuovi punti di vista e nuovi modi di sentire e percepire.
Non è coaching se non genera nuovi comportamenti.
Non è coaching se non prevede il superamento delle naturali e sempre presenti resistenze al cambiamento.
Non è coaching se il percorso non è personalizzato.
E non è coaching se il cliente non è autonomo.
Per questo il mio/nostro consiglio è di diffidare di qualsiasi coach che parla di qualsiasi performance come se fosse facilissima da sviluppare.
Vuoi fare squadra? Facilissimo: facciamo un team building!
Vuoi motivare i collaboratori? Facilissimo: facciamo due sessioni di coaching e li “gasiamo”!
Vuoi vincere le olimpiadi? Chiudi gli occhi e immaginati sul podio!
Vuoi avere successo? Fai video-marketing e lo otterrai!
Non è così… e dico anche, per fortuna. Che noia se tutto fosse così logico e lineare.
Per fortuna la realtà è molto più complessa.: per questo le tante ricette preconfezionate su come raggiungere il successo non sono sempre valide e non sempre si confrontano con tutte le variabili, le sfumature le complessità che ci circondano!
Non è ottimismo rivisitato, non è pessimismo, e neanche realismo.
È semplicemente un approccio strategico.
Buon coaching a tutti!
Piercarlo