Ultimamente si parla tantissimo di COACHING… ma cosa è?
Partiamo da cosa non è il coaching e da cosa non fa un coach.
Il coaching, come disciplina, non è terapia, non è medicina, non è una religione, non è motivazione, non è una tecnica (PNL, NEI, Rebirthing, Meditazione, etc…), non è psicoterapia, non è psicoanalisi, non è magia.
Il coaching è un intervento specializzato che punta allo sviluppo delle potenzialità, al superamento dei limiti personali, all’incremento delle performance (personali, professionali o sportive) e al supporto nel raggiungimento di uno o più obiettivi.
Cosa non fa un coach?
Per prima cosa un coach non si autoproclama tale. La formazione di un professionista di questa metodologia di aiuto richiede lo sviluppo di conoscenze teoriche, competenze tecniche e abilità pratiche. Non basta leggere un libro, pubblicare frasi motivazionali, fare un corso, essere belli e simpatici, o non avere problemi (o credere di non averne!) per autoproclamarsi coach!!! Un coach lavora con gli altri e PER gli altri, e da questo ne deriva una grande responsabilità.
Un coach non è autocelebrativo. Un coach sa che chi raggiunge i propri obiettivi e migliora le proprie performance è sempre e comunque il proprio cliente. Un coach vince se il cliente vince, ma non si prende il merito della vittoria: sa che è del cliente.
Un coach non dà risposte. Un coach sa che il suo ruolo non è dare risposte ma sviluppare il potenziale del proprio cliente attraverso domande specifiche e strategiche, o supportarlo nel superare alcuni blocchi. Quando dà risposte (può capitare) fa le dovute premesse al proprio cliente, oppure in alcuni momenti decide di operare come consulente, e non più come coach.
Un coach non squalifica altre professionalità. Troppi coach si sentono migliori degli psicologi, degli psicoterapeuti o dei counselor (e a volte anche viceversa). Chi ha questo atteggiamento ci rivela alcune informazioni su di sé: per prima cosa non ha capito bene le aree di competenza del coaching, quelle della psicoterapia e quelle del counseling. Anzi, i migliori coach, proprio conoscendo le proprie aree di competenza, quando ce ne è bisogno, inviano i propri clienti ad altre professionalità. Personalmente, molte persone che mi contattano le invio dalla psicoterapeuta: in quei casi, da coach professionista, non posso far altro che usare le mie competenze per persuadere il potenziale cliente della necessità di un intervento specialistico differente.
Un coach non usa un insieme di tecniche, ma usa una metodologia sistematica, protocollata ma flessibile, che prevede l’uso di varie tecniche in diversi momenti del processo di coaching.
E poi aggiungerei che un Coach non smette mai di formarsi, di informarsi e di aggiornarsi. Lavora continuamente su di sé, sulla propria metodologia, sugli strumenti che usa. Amplia continuamente le sue conoscenze personali (in modo trasversale), sviluppa continuamente nuove competenze, nuove abilità e migliora le proprie capacità, personali e professionali.
Un coach non fa cosa non dovrebbe fare un coach!
Buon coaching!