
Come trasformare un errore in una risorsa reale.
Un esperto è uno che ha fatto tutti gli errori possibili nel suo campo.”
– Niels Bohr –
Partire da un errore? Sì, quest’anno, contrariamente a chi sostiene a spada tratta la logica del pensiero positivo fine a se stesso, per cui bisogna lavorare e pensare solo in positivo, voglio iniziare partendo dagli errori, anzi da un solo errore, il più commesso.
Molti, forse quasi tutti, sostengono che bisogna imparare dai propri errori, ma poi quanti lo fanno veramente? Quanti hanno sistematizzato la valutazione dei propri errori e hanno appreso da questi cosa e come non fare per migliorare la propria performance professionale e personale?
Per questo voglio iniziare l’anno con questa domanda: “QUAL È IL TUO L’ERRORE PIÙ FREQUENTE?“… nella vita professionale e personale. Questa domanda la si può rivolgere anche ad un’intera organizzazione e/o azienda. Qual è l’errore che l’azienda commette più frequentemente?
E dopo aver individuato la risposta alla domanda, seguono altre due domande strategiche:
“COSA FARESTE DI DIVERSO SE L’ERRORE NON VENISSE PIÙ COMMESSO?“.
E poi “COSA SUCCEDEREBBE E COSA VEDRESTE DI DIVERSO, IN VOI E NELL’ORGANIZZAZIONE, A PROBLEMA RISOLTO?“.
Ma come? Non bisogna iniziare col massimo della positività e con gli obiettivi ben chiari e ben definiti? Sì, anche se spesso è proprio con le migliori intenzioni che otteniamo i disastri peggiori. E la trappola più facile in cui cadere sono proprio gli errori ridondanti, che commettiamo spesso e senza accorgercene.
Dobbiamo ricordare che il miglior modo per migliorare è smettere di peggiorare.
È inutile remare più veloce su una barca che ha una falla: il rischio è di affondare prima e con maggior sforzo. Oltre al danno anche la beffa.
Per questo il mio consiglio è di lavorare sull’OTTIMIZZAZIONE, dei processi, dei fatturati, delle relazioni interne ed esterne, partendo proprio dagli errori, ed in particolare dal proprio errore più commesso e più frequente, soprattutto se è da anni che trascinate con voi questa “trappola” in cui cadete puntualmente.
ATTENZIONE: evitate di scrivere quelli che io chiamo “errori non errori”, del tipo “essere troppo buoni”, “pagare sempre puntuali”… etc… Questi “errori” hanno alla base un errore ben più grave: l’atteggiamento vittimistico. E questo potrebbe essere un bell’errore su cui lavorare. Se vi considerate “troppo buoni”, trasformatelo in “non aver ancora sviluppato doti di leadership personale”. Se scrivete “fidarmi troppo degli altri”, trasformatelo in “non aver studiato comunicazione e cnv abbastanza bene in modo da riuscire a capire meglio gli altri”. Il rischio di questi “errori non errori” è di gongolarci emotivamente e di sentirci vittime del mondo! Niente scuse e andiamo a CACCIA DI ERRORI VERI, e non di pregi mascherati da difetti, come il classico “essere troppo sinceri”… e bla bla bla…
Buon problem solving e buon anno nuovo, ricco di tanti errori… TRANNE UNO!
Piercarlo
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