È possibile riconoscere le bugie osservando la comunicazione non verbale di una persona?
Si, è possibile… ma non è facile!
Diffidate di chi vi dice: “Ah ti sei toccato il naso e quindi stai mentendo!”
Succede solo in tv e, proprio queste informazioni che vogliono smascherare le menzogne, sono menzogne!
Sono sempre di più i “lettori” capaci di dirti chi sei e come sei solamente leggendo il tuo linguaggio del corpo. Nulla di più semplicistico e di più sbagliato!
Ne ho sentite di tutti i colori: se guardi in basso a sinistra stai mentendo, se gesticoli con la mano destra stai mentendo, se guardi in alto a destra allora stai costruendo un’immagine e quindi stai mentendo… e bla bla bla…
Prima di entrare nel merito di questi “segreti inesistenti”, ci tengo a dire una cosa: non c’è cosa più fastidiosa di una interpretazione imprecisa.
Quante volte qualcuno non vi ha creduto e stavate dicendo la verità? Se poi vi dice che non vi crede perché vi siete toccati il naso, è ancora più fastidioso. Ecco che in questo modo, i fenomeni della Comunicazione Non Verbale, vittime del proprio autoinganno di capire tutto di tutti, nonostante si autoproclamino fenomeni della comunicazione, perdono la relazione con il proprio interlocutore.
Se volete toccarvi il naso, toccatevelo! Se volete guardare in alto, fatelo! Lasciate all’altro la responsabilità e la coscienziosità di imparare a leggere correttamente il linguaggio del corpo, e soprattutto, in modalità sintonica e rispettosa.
Gli studi sul Linguaggio del Corpo ci dicono che i segnali si dividono in due categorie:
- segnali rivelatori, cioè che ci danno informazioni (emozionali) non contenute nel verbale;
- segnali di falso, cioè quei segnali che ci indicano una probabile incongruenza.
Ma fate attenzione: non esistono segnali di falso universali! Così come i segnali di falso possono comparire per ben cinque motivi:
- sono poco convinto di ciò che sto dicendo;
- sono in conflitto;
- devo ancora integrare un processo emotivo;
- c’è un elemento di fastidio (interno o esterno);
- sto mentendo volutamente.
Vi faccio un esempio: mi offrite un ottimo tiramisù. È possibile che io dica “no grazie” mentre con la testa annuisco (come a dire sì) e nel frattempo con la lingua lecco anche il labbro superiore. Siamo sicuri di essere di fronte ad una menzogna? Quanti di voi vorrebbero qualcosa, ma siccome decidono volutamente di mettersi a dieta, poi dicono “no grazie”? Questo, ad esempio, è uno di quei cinque casi: conflittualità. La mia amigdala, il centro emozionale, vorrebbe mangiare il tiramisù, mentre la mia parte più coscienziosa vuole rispettare la dieta e l’impegno preso con me stesso.
Molti di questi “lettori di CNV”, vedendo i segnali contrastanti, insistono, sapendo che la verità è che io voglia il dolce.
Mi dispiace, ma non c’è nulla di più fastidioso.
La verità, miei cari signori, è che in me ci sono due parti, e che ognuna ha espresso la sua risposta nella mia comunicazione. La verità, per me, è che in questo caso non c’è una verità assoluta, ma un conflitto. Saperlo leggere, ci porterà, con rispetto ed educazione, a chiedere all’altro “sei per caso a dieta?”.
Se l’altro mi dice “Si, sono a dieta”, io preferisco rispettare più questa parte volontaria, che quella emozionale che divorerebbe il dolce. In questo modo il mio interlocutore non si sente interpretato, ma si sente prima CAPITO e poi RISPETTATO nella sua volontà.
Ovviamente una buona formazione nella Comunicazione Non Verbale e nella lettura del Linguaggio del Corpo aumenta la nostra capacità di poter individuare eventuali menzogne e inganni. ma parallelamente bisogna sviluppare anche la capacità di comunicare con sintonia, di verificare quanto osservato, e di usare strategicamente e con eleganza le informazioni che riusciamo a cogliere dell’altro.
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Buona Comunicazione Non Verbale a tutti!
Piercarlo
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PPS: in svariati anni di esperienza ne ho sentite di tutti i colori, del tipo: chi guarda in alto a destra mente, chi si tocca il naso mente, chi chiude le braccia mente, chi guarda in basso a sinistra mente… e bla bla bla… menzogne!