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E quando il caso non è di competenza di un coach? - FYM blog

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Piercarlo Romeo
lunedì, 09 Gennaio 2023 / Pubblicato il Blog

E quando il caso non è di competenza di un coach?

invii professionali
 

L’importanza di conoscere e riconoscere i propri limiti d’azione

 
Lo abbiamo detto più volte e in più modi: il coaching non risolve tutto!
E soprattutto un Coach professionista e professionale non si sostituisce ad altre professionalità.
Da sempre sosteniamo che un vero professionista lo si riconosce anche, e soprattutto, dai casi/lavori che non accetta.
Allo stesso modo un Coach deve sapere quando può, non può, o addirittura non deve assolutamente intervenire.
Cosa fa un Coach in questi casi?
Si limita a dire “no grazie”, “non posso” o “non è di mia competenza”?
Potrebbe, ma dal nostro punto di vista, come Scuola di Coaching Strategico, suggeriamo di agire degli invii professionali: cioè, condurre comunque un dialogo di coaching, ma finalizzato ad agire un elegante e persuasivo invio ad altre figure professionali.
E non parlo solo di invii agli psicologi e/o agli psicoterapeuti, così come capita spesso nei casi di “life coaching”.
Ma mi riferisco agli invii professionali a 360°, compresi gli invii a consulenti, esperti tecnici o altre figure.
 
Facciamo qualche esempio pratico che arriva dalla nostra esperienza su casi reali.
 
Mi è capitato di inviare una coppia di ballerini di altissimo livello da un preparatore atletico. Loro pensavano di avere margini di miglioramento da un punto di vista mentale e per questo si sono rivolti a me. Ma dopo tre sessioni, mi sono accorto che la loro mente era una lama affilatissima e il loro focus sulla performance era corretto. Così come la loro preparazione tecnica, che era eccellente. Mancava la giusta preparazione atletica. Scoprii che si facevano seguire dalla cugina di lei, che però non era specializzata in preparazione atletica specifica. Il mio lavoro è stato quello di inviarli ad un’altra professionalità superando le naturali resistenze sottese dal legame di parentela e stima.
 
Così come ci è capitato di un Coach che voleva supportare la figlia nel rendimento scolastico con gli strumenti del Coaching. Ma durante la sessione è emerso che la figlia aveva dei disturbi specifici dell’apprendimento, ed in particolare la dislessia. In questo caso l’invio è stato verso un Tutor DSA professionista. Il Coach in questione aveva speso anni a “motivare” la figlia, dicendole continuamente di andare oltre i suoi limiti, ma senza, ahimè, avere i corretti strumenti, e col rischio di rovinare la relazione genitore-figlio. Come dice il nostro mentore prof. Giorgio Nardone: “A volte un aiuto fatto male è peggio dell’assenza di aiuto”.
 
E che dire di un’organizzazione che mi ha richiesto un intervento di team coaching, ma che aveva oggettive difficoltà organizzative in quanto mancanti di un CRM che potesse tener traccia delle molteplici complessità che affrontavano? Quattro fratelli, affiatati e appassionati per il lavoro, ma che avevano sottovalutato l’importanza dell’adeguatezza e dell’aggiornamento strumentale. Dopo 3 sessioni proposi loro di investire quanto previsto per il Coaching nell’implementazione di un semplice CRM interno. In questo caso l’invio è stato verso consulenti tecnici specializzati.
 
Ecco che arriviamo ai due punti fondamentali di questo articolo:
 
1 – un Coach professionista deve fare un’analisi a 360° del problema e/o dell’obiettivo in modo da poter valutare se il coaching è l’intervento più indicato per lo specifico caso. E questa valutazione va fatta anche durante lo svolgimento di casi di competenza, perché si potrebbe arrivare, anche in casi di competenza del coaching, a momenti in cui diventa necessario l’ìntervento di un’altra professionalità;
 
2 – un Coach professionista deve saper fare dei corretti invii, senza limitarsi a dire “non posso”. Deve saper condurre dialoghi di coaching in modo che l’invio risulti elegante, efficace, persuasivo e il naturale proseguimento di quella richiesta iniziale del cliente che ci ha portato ad incontrarlo. Per questo consigliamo di aver visionato almeno 4-5 invii professionali svolti da Coach professionisti, in modo da poterne comprendere le dinamiche, le fasi, il linguaggio e le tecniche.
 
Non mi resta che augurarvi Buon Coaching e buoni invii, quando servono!
 
Piercarlo
 
PS: per scoprire le aree di competenza del Coaching, i suoi principi e le regole per un buon patto di Coaching, partecipa al corso “Principi di Coaching Strategico“

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Taggato in: coaching, coaching strategico, scuola coaching

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