Se sei coach ma non hai mai visto casi reali di coaching non sei coach: hai studiato coaching, ed è ben diverso!
Il 60% di chi partecipa alle nostre attività ci dice che è già coach.
Il 40% di chi iscrive alla nostra Scuola di Coaching Strategico ha già un attestato da coach.
Ma alla domanda “A quanti casi reali di coaching reali e interi (quindi con clienti veri e dalla prima fino all’ultima sessione) condotti dai tuoi docenti hai assistito?” la desolante risposta è quasi sempre la stessa: ZERO.
In pratica è pieno di coach che durante la propria formazione non hanno mai assistito ad un caso reale intero di coaching condotto da un coach professionista.
È normale, quindi, che il 98% di chi abbia studiato coaching non lo pratica da professionista: non lo ha mai visto praticare nella realtà, se non nelle simulazioni durante i corsi, quindi con i propri colleghi di corso, la nonna, lo zio e il cugino.
Ma la domanda che, da direttore di Scuola Coaching, mi crea ancora più difficoltà è la seconda: “Su quanti casi reali interi di coaching (quindi con clienti veri) hai ricevuto supervisione, feedback e valutazione durante la tua formazione?“.
E anche su questa domanda la risposta è sempre la stessa: ZERO.
Anche se a fatica, posso comprendere la “gelosia” dei docenti di coaching verso i propri casi; ma non comprendo la totale mancanza di supervisione ai casi reali dei corsisti.
Questo significa che la maggior parte delle Scuole di Coaching dichiara (quindi rilascia un attestato di qualifica) che qualcuno è coach, senza mai averlo visto fare coaching.
La questione “etica”
Qualche mese fa il direttore di una Scuola Coaching mi attaccò pubblicamente sotto un mio post sui nostri Coaching LAB, dicendomi che era “ignobile e poco etico” condurre sessioni di coaching pubblicamente nei LAB. La mia risposta, in cui ho cercato di essere morbido ed elegante è stata: “Comprendo il tuo punto di vista, anche se noi nel rispetto delle norme sulla privacy chiediamo sempre il consenso informato alla sessione pubblica e alla video-registrazione. La mia etica invece è diversa dalla tua: per questo io domando come faccia una Scuola a dichiarare che qualcuno sia coach senza mai averlo visto fare coaching su casi reali?“.
In qualsiasi professione si fa affiancamento. Qualsiasi. Il giovane avvocato va in tribunale con l’avvocato più esperto. Il giovane commerciale viene affiancato dall’area manager.
Perché nel coaching quasi nessuno, durante la propria formazione, vede un altro coach condurre casi reali di coaching interi con clienti reali?
Noi abbiamo dato la nostra risposta: svolgiamo 7 ore e mezza di pratica a settimana, per un totale di oltre 300 ore l’anno di pratica di coaching su casi reali.
In oltre 6 anni abbiamo costruito un archivio di oltre 300 casi reali di coaching.
Abbiamo casi di decision making, casi di sblocco della performance, di gestione della tensione pre-performance, casi di career, di riqualificazione professionale e di start-up. Abbiamo casi di invio ad altre professionalità (come psicoterapeuti o logopedisti). Abbiamo casi di successo pieno, di successo parziale, di insuccesso e di drop-out. Così come abbiamo casi chiusi in una sola sessione e casi da oltre 20 sessioni.
E secondo noi, solo in questo modo si può diventare professionisti: vedendo professionisti agire e, soprattutto, iniziare ad agire da professionisti con la supervisione di altri professionisti.
Così è nato il Coaching Program: i nostri laboratori di pratica di coaching a cui chiunque può iscriversi, anche e soprattutto chi è già coach.
Buon coaching e buona pratica continua!
Piercarlo