Da anni abbiamo introdotto il concetto di MANAGER ELEGANTE: scopriamo di cosa si tratta, cosa fa, come lo fa e cosa dice.
Nel management si parla quasi solo ed esclusivamente di EFFICACIA e di EFFICIENZA.
Per efficacia si intende la capacità di raggiungere un obiettivo prestabilito.
Per efficienza si intende la capacità di essere efficaci ottimizzando le risorse. Si è efficienti quando si riesce ad essere efficaci spendendo meno, impiegando meno tempo, utilizzando meno risorse.
In alcune aziende gli obiettivi di efficacia sono delegati alla direzione, quindi a chi esercita la leadership definendo vision, obiettivi e direzioni, mentre ai manager è delegata la sola efficienza. In queste organizzazioni l’efficacia è data dalla correttezza della vision espressa dalla direzione, mentre l’efficienza è data dalla capacità del management di ottimizzare le risorse su percorsi definiti da altri. In queste realtà la funzione direzionale è ben distinta dalla funzione manageriale.
In altre realtà, invece, queste due funzioni coincidono: si parla di manager-leader, che hanno il compito di definire la direzione (quindi di garantire efficacia) e di garantire ottimizzazione (quindi efficienza).
In altre organizzazioni ancora, ed in particolare nelle Pubbliche Amministrazioni, è stata introdotta una terza “E”: l’economicità. L’efficacia e l’efficienza devono e dovrebbero rispondere anche a logiche di economicità. Potrebbe sembrare una ridondanza, ma per alcune organizzazioni è stato utilissimo introdurre la terza “E”: il rischio, ad esempio, era essere efficienti ed offrire un ottimo servizio anche a chi non era cliente, col rischio di perdere economicità.
Così molte aziende chiedono ai propri manager di essere efficaci, efficienti ed “economici”.
Ma in pochissime aziende è stata introdotta un’altra “E”, che secondo noi diventerà sempre più importante e sempre più richiesta dal mercato: l’ELEGANZA.
Come sempre il nostro consiglio è di partire dall’alto, sviluppando eleganza prima nella leadership e nel management, per poi sviluppare la cultura dell’eleganza comportamentale ed organizzativa su tutti i livelli.
COS’È L’ELEGANZA MANAGERIALE?
Ma cosa fa in pratica un manager elegante? Veste in giacca e cravatta o con un tailleur? No!
L’eleganza manageriale è un’eleganza comportamentale.
Ecco che il manager elegante è attento ai propri comportamenti, alle relazioni e alle comunicazioni, cercando di renderli gradevoli mantenendo efficacia ed efficienza.
Il manager elegante saluta, sempre e chiunque. Si preoccupa di far sentire accolto chiunque passi nell’organizzazione, sia cliente, sia fornitore o collaboratore. Chi è indesiderato, invece, viene allontanato con eleganza comunicativa: diretti ma cortesi.
È disponibile e non gioca ad essere sempre occupato o super impegnato. Anche quando ha disponibilità limitata è elegante nel comunicarla e nel trovare spazio per le attività necessarie.
Il manager elegante scrive email semplici, brevi e dirette, ma corrette nella forma ed eleganti. Sì, secondo noi il manager elegante fa attenzione agli accenti, alla punteggiatura, alla correttezza grammaticale e solitamente rilegge ciò che scrive.
Il manager elegante può sbagliare e quando sbaglia chiede scusa.
Sa anche interagire con gli errori altrui, senza ignorarli, né penalizzarli, ma agendo un’elegante funzione correttiva.
Sa quando non deve intervenire e quando deve intervenire lo fa con eleganza e attenzione.
Il manager elegante è morbido con le persone (orientamento alla persona che conferisce eleganza) ma molto duro con i problemi (orientamento all’efficacia organizzativa).
Analizza i problema, cerca le soluzioni e incentiva le azioni risolutive.
Il manager elegante sa parlare in pubblico, sa convocare e condurre riunioni, evitando che i partecipanti possano annoiarsi o non partecipare. Per questo è coinvolgente e preferisce uno stile di comunicazione bidirezionale.
Il manager elegante ascolta, quando serve sa farsi ascoltare, risponde alle email (tutte) e alle telefonate. E quando non può rispondere, richiama sempre. Pone attenzione a tutti i flussi di comunicazione. Quando questi sono troppi, con eleganza sa comunicare che è bene ridurre le richieste o le comunicazioni che riceve.
Il manager elegante sa conferire una delega piena e responsabile. Così come dopo aver delegato sa controllare e correggere eventuali errori.
Sa dare feedback efficaci ed elegantemente, sa riceverli correttamente (di qualsiasi tipo) e, soprattutto, sa chiederli in anticipo.
Il manager elegante non dà ordini, ma chiede collaborazione. Così come sa anche giocare e scherzare con i collaboratori, riuscendo a distogliersi dagli impegni professionali. Non parla solo di lavoro, né solo di soldi, auto e beni di lusso. Il manager elegante può parlare di tutto: famiglia, viaggi, libri, cinema, teatro, affetti, news… e non solo di lavoro. Rispetta il tempo libero e le ferie dei propri collaboratori, ma al tempo stesso sa chiedere ed ottenere performance durante l’attività lavorativa.
Sa anche celebrare i successi e premiare i propri collaboratori. Non si appropria delle idee, del lavoro e dei meriti altrui ma riconosce gli sforzi e cita le fonti, sempre!
Il manager elegante ogni tanto si alza dal pc e offre un caffè ai collaboratori, gli chiede come va, come stanno, cosa pensano che si possa fare di meglio, di nuovo e di diverso.
Il manager elegante non si offende e sa prendere con leggerezza tutto ciò che potrebbe sembrare un attacco alla sua persona. Sa che in questo modo può essere più obiettivo nel rispondere o nel non rispondere e lasciar andare.
Inoltre si prende cura della propria persona a 360°: dall’alimentazione al vestirsi, possibilmente adeguato al contesto, dal movimento fisico alla lettura.
Il manager elegante cerca il confronto con chi la pensa diversamente: sa accogliere il dissenso altrui e sa esprimere il proprio con eleganza. Sa accogliere qualsiasi punto di vista, anche quello che non condivide. E, quando serve, sa esprimere le proprie opinioni con eleganza e senza ferire nessuno.
Il manager elegante è puntuale, è ordinato ed è molto preciso nelle comunicazioni.
È elegante anche, e soprattutto nel linguaggio: evita le parolacce, usa frasi brevi, fa domande, parla correttamente l’italiano ed è aperto al confronto.
Il manager elegante sa che non si può piacere a tutti, ma sa che anche non piacere a nessuno è un problema.
Il concetto di eleganza lo porta a lavorare continuamente e costantemente su di sé, guardandosi dentro, accanto e intorno. Con serenità ed eleganza, appunto!
Buona eleganza manageriale!
Piercarlo
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