La fascinazione e la persuasione dei termini che contengono la parolina magica “neuro”.
Sempre più spesso si sente parlare di neuroscienze. Ma non solo!
Neuro Marketing.
Neuro Economia.
Neuro Vendita.
Neuro Linguistica.
Neuro Educazione.
Per arrivare alla persuasione neuroscientifica, alla negoziazione neuroscientifica, alle neuro soft skills… e fino al concetto, forse un po’ troppo spinto, di “neuroquantico”.
Ecco che forse la parolina “neuro” sta diventando un prefisso che, a giudicare dagli effetti che suscita, potrebbe sembrare quasi dal sapore magico. Proprio per questo è usata, e in alcuni casi abusata, più o meno volontariamente.
Nel suo libro “Le neuroscienze a scuola: il buono, il brutto, il cattivo“, il neuroscienziato Prof. Sergio Della Sala, in un paragrafo dal titolo “il fascino del neuro“, in risposta alla domanda “perché il mondo dell’educazione è così attratto dalle neuroscienze?“, scrive che tutta la nostra cultura ne è attratta.
A tal proposito troviamo molto interessanti due ricerche scientifiche.
La prima riguarda “il potere seduttivo delle spiegazioni neuroscientifiche“, e rileva che le spiegazioni di fenomeni fisiologici che contengono informazioni neuroscientifiche, anche irrilevanti, interferiscono con la capacità di valutare criticamente la logicità stessa delle spiegazioni (link alla ricerca).
La seconda ricerca, invece, sostiene che l’uso delle immagini cerebrali (brain images) a sostegno di alcune ricerche, aumentano la percezione di scientificità e attendibilità (link alla ricerca).
Le neuroscienze sono relativamente giovani, e ancora non vi è certezza su alcune teorie e alcuni modelli. Per questo l’invito è ad essere molto cauti nell’uso del termine “neuro” e nel sostenere tesi e ipotesi non ancora validate e di difficile verificabilità.
E ovviamente l’invito è anche a stare attenti nella scelta di “contenuti” e di “ritrovati” “neuro” o dal “sapore neuro”, specie laddove il rischio è che le promesse superino notevolmente i risultati pratici.
In risposta al pericolo nei “neuromiti” e della “neuromania” consigliamo di avere un buon e sano “neuro-scetticismo“!
Piercarlo