
Semplici regole per ridurre le probabilità di trovare lavoro!
Spesso incontro gente che si lamenta di non trovare lavoro, di ricevere poche offerte, di non ricevere mai risposta agli invii del curriculum, o di non trovare un posto di lavoro migliore.
Mentre queste persone mi parlano non posso fare a meno di osservare come parlano, cosa dicono, come si presentano, come pensano, quali sono le loro convinzioni, etc…
Premetto che io non condivido l’atteggiamento di molti imprenditori, manager e coach che con molta facilità squalificano, e quasi schifano, il mondo del lavoro, criticando tutto e tutti, dicendo che non c’è gente in gamba in giro. Anzi, se fossi uno di quegli imprenditori, manager o coach che si lamentano non di trovare persone valide, mi farei qualche domanda, visto che il loro ruolo e le loro competenze dovrebbero garantir loro la capacità di riconoscere, selezionare, attrarre e formare talenti e figure eccellenti. Ma a volte, si sa, il successo dà alla testa, e porta a squalificare tutto e tutti e autocelebrarsi come i migliori.
Questo diffuso atteggiamento di continua critica verso gli aspiranti lavoratori da parte dei datori di lavoro, comunque non riduce le responsabilità di chi vuole darsi da fare e trovare un BUON lavoro. E per una mente strategica, queste lamentele, spesso possono rappresentare un’opportunità per presentarsi in modo differente e avere una possibilità in più.
A tal proposito voglio condividere alcuni modi che possano aumentare il fallimento nel cercare un lavoro.
- NON CERCARE LAVORO (ahimè capita spesso!)
- NON SCRIVERE IL PROPRIO CURRICULUM e NON AGGIORNARLO
- SCRIVERE UN CV CLASSICO, “GRIGIO” E POCO ACCATTIVANTE
- NON RISPONDERE RAPIDAMENTE alle RICHIESTE e alle OFFERTE
- NON PRESENTARSI AI COLLOQUI (ebbene sì… capita spesso!)
- ARRIVARE IN RITARDO AI COLLOQUI
- PRESENTARSI SCIATTI e TRASANDATI AL COLLOQUIO
- NON INFORMARSI SUL POTENZIALE DATORE DI LAVORO
- INVIARE il CURRICULUM SENZA PRESENTAZIONI e PERSONALIZZAZIONI DOVUTE
- NON INFORMARSI SUCCESSIVAMENTE sull’ANDAMENTO DEL COLLOQUIO
- METTERE FOTO da SOCIAL sul proprio CURRICULUM
- AVERE PROFILI SOCIAL (visibili) BANALI, INFANTILI e SQUALIFICANTI (molto comune!)
- SCRIVERE COMMETTENDO GROSSI ERRORI GRAMMATICALI, di ORTOGRAFIA e REFUSI
- SCRIVERE e CONDIVIDERE VOLGARITÀ sui SOCIAL
- NON CURARE LA PROPRIA IMMAGINE E LA PROPRIA IGIENE PERSONALE
- NON RENDERSI DISPONIBILI ALLE VARIAZIONI DI CARICO DI LAVORO
- AVANZARE PRETESE ECONOMICHE e di GESTIONE DEL TEMPO FIN DA SUBITO
- PARLARE CONTINUAMENTE DI PROBLEMI PERSONALI
- PARLARE CONTINUAMENTE DI PROBLEMI SOCIALI
- AVERE UN ATTEGGIAMENTO NEGATIVO SU TUTTO E TUTTI
- AVERE UN ATTEGGIAMENTO FORZATAMENTE POSITIVO
- LAMENTARSI DEI DATORI DI LAVORO (o degli EX DATORI di LAVORO)
- LAMENTARSI DEI COLLEGHI e degli EX-COLLEGHI
- RIFIUTARE DI IMPEGNARSI VERSO RISULTATI CONCRETI e MISURABILI
- NON FORMARSI e NON ESSERE DISPOSTI A FORMARSI ed AGGIORNARSI
- NON ESSERE APERTI AL FEEDBACK E RISULTARE OPPOSITIVI
- AVERE UN ATTEGGIAMENTO REMISSIVO e SOTTOMESSO
- AVERE UN ATTEGGIAMENTO DOMINANTE ed ESUBERANTE
- CADERE NELLE TRAPPOLE DEI LUOGHI COMUNI e DEI (PRE)GIUDIZI FACILI
- COMUNICARE SFIDUCIA e DIFFIDENZA
- COMUNICARE INGENUITÀ
- APPARIRE COME “SFIGATI”
- APPARIRE COME I “DURI” della SITUAZIONE
- APPARIRE TROPPO GIOCHERELLONI
- APPARIRE TROPPO SERIOSI
- APPARIRE COME PERSONE MONO-TEMATICHE (parlare solo di cibo, solo di animali, solo di calcio, solo di politica, solo di rapporti di coppia, etc…)
Me ne vengono in mente molti altri, ma li inserirò in ulteriori approfondimenti.
A tal proposito voglio condividere con voi come noi di FYM riusciamo a trovare persone valide con una certa facilità: semplicemente ci facciamo conoscere e chiediamo di farsi conoscere, con educazione e rispetto. Cerchiamo i collaboratori tra le figure con cui entriamo in contatto quotidianamente, sul lavoro, sui social, nei corsi che frequentiamo e nella vita di tutti i giorni.
La nostra responsabile del servizio clienti Carla, ad esempio, l’ho conosciuta personalmente su facebook nel 2014. Abbiamo parlato per oltre 10 mesi, e poi le abbiamo fatto la proposta di prova e dopo 3 mesi l’abbiamo assunta a tempo indeterminato. La conoscenza è stata mia personale. Ma poi la proposta di collaborazione è stata condivisa con gli altri, e poi accettata. Fortuna? Non direi…
Una persona che in dieci mesi di dialogo non ha mai parlato male del suo lavoro, non si è mai lamentata (se non per evidenziare aspirazioni a qualcosa di migliore), non ha mai detto una parolaccia (né pubblica, né nei messaggi privati), non fa errori grammaticali, non condivide link su “stupidi luoghi comuni” tra uomini e donne o sulle persone di successo e non è competitiva, conflittuale e sfidante. E quando si è presentata agli altri, ha confermato le impressioni e le informazioni che io avevo dato su di lei.
Così come come la collaborazione con gli altri formatori senior di FYM: Alberto l’ho conosciuto su Facebook nel 2010 e dopo un anno di conoscenza professionale da ben 5 anni lavoriamo fianco a fianco; Federica l’ho conosciuta ad un corso nel 2009; Cecilia l’abbiamo conosciuta ad un corso che abbiamo frequentato io e Alberto nel 2012, e dopo 3 anni di conoscenza è nata la nostra proficua collaborazione; Paola è una nostra cliente diventata collaboratrice. E così tante altre persone che collaborano con noi, tra partner e collaboratori diretti.
Spesso, quando i clienti mi chiedono come cercare collaboratori validi, io consiglio loro di coltivare rapporti di conoscenza via linkedin, facebook e di seguire blog interessanti, per cercare di conoscere meglio le persone e valutare quale impiego possano avere nella propria struttura. Diciamocelo apertamente: pochi colloqui non bastano per conoscersi, e le ricerche dimostrano che l’effetto “prima impressione” è l’elemento che più influenza i colloqui di lavoro (fonte Richard Wiseman). Ma per trovare ottimi collaboratori non basta una buona prima impressione (che è importante), ma serve anche e soprattutto una buona conoscenza reciproca. Reciproca perché anche il collaboratore deve sapere per chi lavora e quale sarà il clima emotivo di un determinato ambiente di lavoro.
Chi vuole essere sicuro di non trovare lavoro non deve far altro che continuare a costruire intorno a sé un alone di negatività, di volgarità, di sfiducia, di superficialità, e commettere i 36 ERRORI sopra citati. Semplice!
Ma se volete far ancora peggio, ed essere sicuri di non trovare lavoro, c’è il consiglio PIÙ UNO: circondatevi di tante altre persone che commettano a loro volta i 36 errori. In questo modo aumentate esponenzialmente la possibilità di essere “scartati” da chiunque, non solo per come vi comportate voi, ma anche per le persone di cui vi circondate!
Buona ricerca e buon lavoro!
Piercarlo
Grazie, è sempre utile seguirvi.
Gentilissimo, articolo letto con grande interesse. Dissento su questa regola: NON INFORMARSI SUCCESSIVAMENTE sull’ ANDAMENTO DEL COLLOQUIO. A molti dà fastidio farsi sentire dopo l’incontro, la vivono come una forma di invasione e non è sempre percepito in maniera positiva. Le dico ciò in base alle mie esperienze passate. Cordiali Saluti
Bellissimo articolo che mi era sfuggito ! Un abbraccio 🙂