A cosa potrebbe servire avere dei coach aziendali interni?
Sempre più aziende ci chiedono piani di Coaching per i propri direttori, i propri manager e, in alcuni casi, per i propri collaboratori.
E molte di queste aziende hanno solo sentito parlare di coaching, senza conoscerlo nei suoi aspetti tecnici, metodologici, valoriali, di processo e nelle sue molteplici variabili.
Se da una parte l’inconsapevolezza del cliente potrebbe sembrare un vantaggio commerciale, noi consideriamo questa mancanza di conoscenza come un limite e un potenziale rischio per l’intervento stesso. Considerazione che facciamo proprio nel rispetto dei valori del coaching e della logica del buon servizio e della qualità.
Non conoscere il coaching può essere un limite
La consideriamo un limite perché un cliente che conosce il coaching e il suo valore, ha sicuramente più strumenti per valutarne la qualità, sia in fase di ricerca fornitori, sia durante l’erogazione del servizio stesso.
Siamo convinti che il monitoraggio da parte del cliente sia importante e un valore da rispettare in ogni intervento organizzativo, sia esso di formazione, di coaching o di consulenza.Molti, invece, potrebbero approfittare di questa mancanza di conoscenza, vendendo il coaching per quello che non è, facendo promesse esagerate o erogando un servizio differente. Molti, ad esempio, dicono di occuparsi di coaching, ma in pratica svolgono servizi di consulenza o di counselling aziendale.
Non conoscere il coaching può essere un rischio
Inoltre questa mancanza, sempre in caso di interventi esterni, può rappresentare anche un rischio per l’efficacia e l’efficienza dell’intervento stesso, per due motivi:
1 – non conoscendo il coaching, i suoi protocolli e le sue logiche (soprattutto ad orientamento strategico), la committenza potrebbe percepire gli interventi come troppo morbidi o troppo duri, e in alcuni casi anche bizzarri;
2 – non possedere internamente le competenze di coaching potrebbe ostacolare il percorso erogato da una società esterna in quanto potrebbe far venir meno un aiuto molto importante e strategico, come quello interno.
L’utilità di formare dei coach interni
“Il miglior consiglio mai ricevuto? Di avere un COACH!”
Erich Schimdt – CEO di Google
Per questi motivi, da qualche anno, quando ci vengono richiesti dei programmi di coaching aziendali importanti (nel senso che coinvolgono l’alta dirigenza o una buona parte dei collaboratori), proponiamo ai responsabili di progetto la possibilità di seguire un percorso di formazione sul coaching.
In questo modo, secondo noi, si sviluppa a più livelli la cultura interna del coaching e, soprattutto, con cognizione di causa e consapevolezza (che nel tempo può diventare anche operativa).
Avere dei coach aziendali secondo noi è un grande investimento e offre una serie di vantaggi per i singoli e per l’organizzazione tutta.
Primo fra tutti la possibilità, nel tempo, di offrire il servizio di coaching internamente all’azienda. Questa opzione spesso valorizza figure interne e permette loro di crescere, o semplicemente di cambiare. Avere dei coach interni è sempre e comunque una risorsa, anche solo per avere un punto di vista diverso e che parte dalla centralità della persona.
Molte aziende, invece (e spesso con le loro buone ragioni) preferiscono che il servizio di coaching resti esterno. In questi casi avere delle figure interne formate e preparate sul coaching permette di parlare lo stesso linguaggio dei coach esterni, capirne le offerte, le azioni e monitorarne efficacia ed efficienza.
Inoltre avere il know-how di coaching interno permette di lavorare sinergicamente: i coach esterni possono erogare un coaching formale e i coach interni possono lavorare su quello informale, mettendo in campo più risorse e tutte le competenze disponibili.
In pratica ogni intervento e progetto di coaching, specie se su larga scala, diventa un gioco di squadra, in cui alcuni giocatori sono interni.
Questa nostra riflessione è valida per tutte le imprese: dalle micro-imprese alle multinazionali, in quanto il concetto di cultura del coaching è trasversale ed è indipendente dalle dimensioni organizzative.
Un po’ come la cultura della sicurezza: ogni azienda dovrebbe averla e svilupparla continuamente. Allo stesso modo la cultura del coaching, che altro non è che la cultura della performance, dello sviluppo individuale ed organizzativo e del miglioramento continuo e costante.
Buon coaching!
Piercarlo