Un’antichissima (e diabolica) tecnica…
“Dīvide et īmpera” dice l’antica locuzione latina.
Molti hanno imparato a recitare la locuzione, molti hanno imparato a metterla in pratica per governare, ma pochi hanno imparato a riconoscerla quando se ne è vittime.
Eppure io intorno a noi ne vedo un uso spropositato.
Non guardo la tv da quasi 20 anni, ma mi informo molto con radio, giornali e, soprattutto, su internet.
Oggi vado su google news e leggo “Kenya, uccisi 50 uomini non islamici“. Poi leggo “Francia, rom linciato dopo un furto“. E poi nuovamente “Scontri in Afghanistan, morti dieci talebani e uccisi 2 soldati americani“… e potrei continuare per migliaia di righe.
In queste “informazioni”, secondo me, c’è tantissima disinformazione. E la prima grave disinformazione è che sono notizie che si basano su una perversa e diabolica logica di separazione!
Dīvide et īmpera.
Buoni e cattivi, bene e male, onesti e disonesti, cristiani e musulmani, uomini e donne, laziali e romanisti, milanisti e interisti, italiani ed extracomunitari… è tutta una continua separazione che consente di creare un’illusione in cui la maggior parte delle persone cade e può essere facilmente controllata.
Mi faccio una domanda: perché il telegiornale, anziché dire “Kenya, uccisi 50 uomini non islamici“, non dice “uomini ARMATI (con armi prodotte in Italia, Usa e Russia) hanno ucciso 50 esseri umani“? Perché anziché dire “Francia, rom linciato dopo un furto“, non scrivono “Francia: folla con basso equilibrio emotivo ha linciato un 16enne accusato di furto“?
E se anziché dire “Morti 10 talebani e uccisi due soldati americani“, dicessero “Morti 12 esseri umani a causa della guerra“? Sarebbe diverso vero? Molto…
Diamo troppe cose per scontate, soprattutto ciò che non è scontato per nulla.
Per questo, IO NON CONDIVIDO QUESTO MODO DI FARE (dis)INFORMAZIONE.
Dīvide et īmpera.
Basta! Dobbiamo trovare nuovi modi di parlare, di scrivere, di rivolgerci agli altri. Non cadiamo nella trappola delle ETICHETTE, create volutamente per cadere in trappole mentali ed emotive.
Basta etichette. Parliamo solo di ESSERI UMANI, e di COMPORTAMENTI SPECIFICI.
Allora scopriremo che l’unica cosa che accomuna gli assassini non è la razza, o la religione, o l’etnia di provenienza: le uniche cose che hanno in comune sono il DISAGIO, le ARMI, e uno “sviluppo” in una cultura violenta. Questi, forse, sono i fattori comuni.
Poi leggo che hanno arrestato il PRESUNTO omicida di Yara. PRESUNTO. Ed ho letto commenti del tipo “pezzo di me..a“, “impiccatelo“… ma cosa dovremmo pensare di chi scrive con così tanta leggerezza così tanta violenza e aggressività? Qual è la differenza tra un PRESUNTO omicida e uno che vorrebbe impiccare un PRESUNTO omicida?
Qualcuno cui ho anche sollevato questa questione, consigliando di usare toni più pacati e moderati mi ha anche risposto “Vorrei vederti se capitasse a tua figlia!“.
Ho risposto così: “Che differenza c’è tra te che vorresti che un reato del genere venga commesso di nuovo ai miei danni per farmi capire la correttezza delle tue parolacce e delle tue violenze verbali e uno che lo ha commesso? IO TI AUGURO TANTO AMORE, MA TALMENTE TANTO DA NON AVERE NEANCHE IL TEMPO DI POTER SCRIVERE LE COSE CHE HAI SCRITTO. SE MI STAI SCRIVENDO UNA COSA DEL GENERE PROBABILMENTE NON HAI QUALCUNO CHE TI STA BACIANDO O ABBRACCIANDO IN QUESTO MOMENTO! DI AMORE TE NE AUGURO TALMENTE TANTO CHE TU NON POSSA NEANCHE PENSARLO UN AUGURIO NEGATIVO. TI AUGURO DI ESSERE COSI IMPEGNATO AD AMARE DA OCCUPARTI SOLO DI FARE CRESCERE LE PERSONE CHE AMI IN UN MONDO PIENO DI AMORE E LIBERO ANCHE SOLO DAI COMMENTI BASATI SULL’ODIO. TI AUGURO COSI TANTO AMORE DA NON POTER FARE A MENO DI DIFENDERLO CON SEMPRE PIÙ AMORE!“
Noi che leggiamo, per primi dobbiamo imparare ad andare oltre. Quando mi dicono che dei musulmani hanno ucciso dei cristiani, anziché cadere nella trappola della separazione religiosa, dovrei chiedere e scrivere al giornalista “Perché non scrive “gruppo armato”, anziché integralisti? Perché non scrive esseri umani, anziché musulmani e cristiani? Le armi di che provenienza sono?”
Io ho viaggiato nei paesi islamici, ed ho trovato persone ospitali, accoglienti, rispettose della mia cultura. Sono stato due volte in Iran, da molti considerato come uno dei peggiori paesi al mondo: vi ho trascorso le vacanze più belle della mia vita, grazie all’ospitalità e alla cultura delle persone che ho incontrato sul posto. E non dimentichiamo che la nostra cultura cristiana ha condotto vere e proprie crociate!
Quindi, io urlo forte che non ci sto a questo giochetto della separazione.
Non credo a tutto ciò che mi dicono, e sto bene attento a cosa mi dicono, come me lo dicono e a come lo scrivono. Voglio andare oltre la logica della separazione…
Dobbiamo stare molto attenti, perché diventando “vittime” della falsa logica della separazione, ne diventiamo anche, diabolicamente, COMPLICI!
Buona unità!
Piercarlo
AH AH AH AH!
[…] è pieno di commenti discriminanti della cultura araba (e ancora una volta interviene la SEPARAZIONE). Anche nei comportamenti della persona che mi ha taggato ci sono molti meta-messaggi da leggere: […]