La (stupida) gara a chi promette di più (per non dire “a chi la spara più grossa”)…
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Molti si lamentano del proliferare di questo “marketing da strilloni” che imperversa da quando sono arrivati il web e i social. Io, invece, amo ricordare che quando ero piccolino in TV c’erano maghi, fattucchiere e venditori di prodotti magici. Ricordo ancora lo spray magico che faceva ricrescere i capelli (all’epoca non mi serviva e ne ridevo, oggi invece mi sarebbe molto utile!), gli occhiali a raggi-X e altri prodotti impossibili più che improbabili. E ancora pentole magiche e materassi miracolosi.
Per non parlare di molti prodotti dei network marketing: succhi di frutta che guariscono ogni cosa, pilloline che fanno dimagrire al solo guardarle e saponi di cui basta una goccia per lavare l’intero condominio!
In passato c’è stato anche Barnum, che col suo famoso circo ha forse incantato, prendendoli in giro, migliaia e migliaia di persone. In pratica le “urla” sono sempre esistite, in passato come oggi, dall’epoca degli oracoli ai tempi dei social.
Siccome amo ragionare in una logica di continua e massima responsabilizzazione e auto-responsabilizzazione, secondo me il vero problema non sono solo le urla, le promesse, i video-virali, gli ebook-magici, ma anche il credere in queste promesse. Laddove c’è chi è disposto a fare false promesse, c’è anche chi è disposto a credervi. Certo, piacerebbe a chiunque dimagrire con una pillolina, trovare migliaia di clienti con un video, fatturare milioni con un semplice mini-sito, cambiar lavoro in una settimana e raggiungere la luna con un salto!
L’overpromising (di cui parliamo ampiamente nel nostro ebook “Introduzione al Coaching”) è un problema che non affligge solo il mondo del coaching e della formazione, ma un fenomeno che è sempre stato presente. Forse i primi a promettere l’impossibile sono stati gli stregoni e i politici.
Ma siamo sicuri che esistano formule magiche e segrete? O forse alcuni risultati sono il frutto di un duro lavoro su di sé, che deve essere continuo e costante nel tempo?
Andare in palestra una volta sola per 8 ore, non ha la stessa valenza dell’andarci 16 volte per mezz’ora ogni 2 giorni per circa un mese. Il totale dell’allenamento è sempre di 8 ore, ma nel primo caso l’effetto può essere solo tanto dolore. Nel secondo caso, invece, si vedranno gli effetti sulla muscolatura e sull’elasticità.
Per questo non bisogna credere alle tante promesse che fanno molti coach e molti formatori. Non è tutto così semplice ed immediato.
Anzi, personalmente preferisco credere a chi mi chiede impegno, studio, lavoro e concentrazione… soprattutto nel medio-lungo periodo.
Ed ecco che qualsiasi cambiamento, sia individuale o organizzativo, richiede impegno, anziché magie.
Non basta un corso di leadership per sviluppare carisma.
Non basta un corso sulla comunicazione sintonica e sulla gestione dei conflitti per prevenire e risolvere le diatribe in azienda.
Non basta un percorso di coaching per realizzare tutti i nostri obiettivi.
Soprattutto se questi corsi e percorsi sono limitati a loro stessi e non ci impegnano praticamente e concretamente nel raggiungere quanto prefissato.
Insomma non è il foglio con la dieta che ci fa dimagrire e non è la scheda di allenamento della palestra a farci sviluppare massa muscolare. Ciò che ha effetto è la pratica continua e costante di quanto scritto nelle diete o nelle schede di allenamento.
La stessa cosa vale per i corsi, i percorsi e le scuole.
Siamo abituati a voler raggiungere tutto e subito, ma forse non è proprio così.
Non basta un corso di coaching di pochi giorni per diventare coach. Servono studi, letture, pratica tra praticanti, pratica con casi reali, esercitazioni, rifrequenze, supervisioni, audio-registrazioni…
Non basta un corso di formazione formatori per diventare formatori. Servono letture, aule, docenze, pratica in affiancamento, pratica supervisionata, video-registrazioni e tanto altro…
Quindi, anziché credere alle false promesse, forse è meglio credere in voi stessi e a chi non vi promette nulla ma vi chiede tanto impegno!
Buon impegno…
Piercarlo
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