La “giungla” dei mercatini degli attestati di coaching…
Sai che se vuoi puoi diventare Life Coach con soli 7 dollari?
Navigando sui social sono inciampato in questa pubblicità:
Senza cadere nella trappola del pregiudizio facile, perché è sempre possibile che dietro questa pubblicità ci sia il miglior percorso di formazione in coaching che sia mai esistito, porsi alcune domande e darci alcune risposte è lecito.
Ed ecco le mie osservazioni.
1 – Come pensi di poter aiutare gli altri con un video-percorso del valore di 7 dollari?
Cosa può far pensare di potersi permette di aiutare gli altri (“help others overcome…”) con un semplice video-percorso del valore di soli 7 dollari? Siamo forse nella solita trappola delle false promesse che spesso si trovano nella formazione e nel coaching?
2 – Quanto mai potrai chiedere ad un cliente, se la tua formazione vale 7 dollari?
Il costo medio di una nostra sessione di Sport Coaching è di 150€ e il costo di una sessione di Business Coaching è di 250-300€. Se facciamo il conto di quanto abbiamo speso per formarci nel Coaching (compresi quei corsi e quei percorsi che ad oggi non rifaremmo più perché non ne condividiamo i valori o perché li possiamo ascrivere agli approcci “pseudo-scientifici”) superiamo i 25-30.000€ per ogni nostro senior coach. Ovviamente non è la spesa che autorizza la tariffa, ma la capacità, l’esperienza, l’efficacia e il posizionamento. Ma come si può pensare di poter chiedere anche solo 50€ a sessione dopo aver fatto un percorso del valore di 7 dollari?
3 – Siamo in Italia e qui ci sono regole diverse…
Nella pubblicità si parla di “fully certified”: certificazione piena. Per quanto l’inglese sia importante, non me ne vogliano gli anglosassoni e gli americani, ma ha una ricchezza e una varietà decisamente diversa rispetto alla nostra lingua. In inglese si parla solamente di “certificate”, mentre nella nostra bellissima lingua ci sono molti termini: certificato, certificazione, attestato, diploma… Potreste anche non essere d’accordo con l’eccesso normativo italiano, ma alcuni termini sono regolamentati nel loro utilizzo dalla legge (e secondo me è corretto). Ad esempio, il termine “certificazione” si può usare solo per le certificazioni di qualità ottenute da enti di certificazione accreditati Accredia. Il termine diploma può essere usato solo da enti di istruzione formale riconosciuti dal MIUR e dalle Regioni. Per questo, e non ci stancheremo mai di ripeterlo, non si può parlare di “certificazione” o “diploma” da Coach riferendosi all’attestato rilasciato da una scuola o da un corso/percorso.
4 – Ancora la PNL?
Io e il mio collega Alberto veniamo dalla PNL. Io ho iniziato a studiarla nel 1995, il mio collega Alberto ad inizi anni 2000, ma nel tempo, un po’ delusi dalla sua efficacia e ancor più delusi dalle ricerche scientifiche che ne invalidavano molti strumenti, 10 anni fa l’abbiamo quasi rinnegata (potrei anche togliere il “quasi”) per fare scelte completamente diverse. Cosa non ci piace della PNL? Beh, per prima cosa bisogna sapere che non è una scienza, ma una “pseudo-scienza”. Siamo d’accordo sul fatto che non tutto ciò che funziona è stato studiato e validato scientificamente. Se la ricetta della torta di mia nonna è buona, lo è anche se nessun ricercatore lo abbia dimostrato in laboratorio. Ma il vero problema si ha quando qualche ricercatore che voleva dimostrare la bontà della ricetta di mia nonna scopre che questa fa malissimo. Può continuare a piacere, ma dobbiamo sapere che fa male. Stessa cosa col fumo: la ricerca non ci dice se piace o meno, ma solo che faccia male. Quasi allo stesso modo, molti degli strumenti di PNL sono stati studiati e la ricerca ne ha dimostrato l’inefficacia e in alcuni casi ne ha evidenziato degli effetti collaterali indesiderati cui fare attenzione. Un esempio fra tanti? I famosi L.E.M.: i Lateral Eyes Movements non sono attendibili e il problema si ha nel momento in cui qualcuno, credendoci, interagisce nella comunicazione in modo disfunzionale, facendo danni convinto di sapere cosa effettivamente l’altro sta pensando. Senza poi dire che della PNL non mi piace il fatto che sia un “minestrone” di vari modelli e tecniche e che in modo poco elegante non cita quasi mai le fonti (chiedete in giro quanti sanno chi disse “la mappa non è il territorio” e da dove arriva questa affermazione).
5 – Life Coaching? Attenzione…
Siamo sempre in Italia. Negli USA e in Europa, forse, puoi fare ciò che vuoi. Vuoi fare terapia? Prova… Ma in Italia è diverso: ci sono regole, leggi, albi professionali e dibattiti normativi ancora in corso. E uno di questi è proprio sul life coaching, che molti sostengono essere uno “sconfinamento” del coaching in ambito psicologico. A prescindere dalle proprie opinioni e posizioni (noi ad esempio ci occupiamo solo di Business e Sport Coaching) bisogna comunque fare attenzione all’uso dei termini e non illudersi di poter fare i “piccoli psicologi” senza possedere i dovuti titoli e con un corsetto da 7 dollari: in questo caso, come ripetiamo nel nostro ebook gratuito, un’eventuale denuncia per violazione dell’art. 348 del codice penale è proprio dietro l’angolo!
6 – E la pratica dove è?
Dubito che in un video-corso da 7 dollari ci sia la pratica su casi reali e la supervisione ai propri casi (rigorosamente reali). Cosa ci fa pensare di poter fare coaching senza pratica? Sapete quanti Coach che provengono da altre Scuole e da altri orientamenti si sentono in imbarazzo quando accedono ai nostri laboratori di pratica, nonostante il nostro obiettivo sia puramente didattico e di supporto? Io vengo dalle arti marziali e mi sembra lo stesso imbarazzo di chi per anni ha praticato solo forme e per la prima volta indossa i guantoni. Mi dispiace dirlo, ma se vuoi imparare a combattere devi combattere. E se vuoi imparare a fare coaching, devi fare coaching: devi fare pratica su casi reali. Si dovrebbe andare a caccia di casi, di esperienza e di pratica, non di attestati da attaccare al muro. Come già detto, una scuola coaching senza pratica non è una scuola: e in 7 dollari non penso che ci sia pratica.
Avevo già scritto che non si diventa coach in 7 giorni, ma mai avrei pensato di dover scrivere che non si diventa coach con 7 dollari!
Ad ogni modo ringrazio questa pubblicità, perché mi ha confermato che, anziché intraprendere la strada della banalizzazione e della mercificazione delle promesse e degli attestati, la nostra strada è diversificarci e puntare all’eccellenza. Eccellenza dei contenuti, dei modelli, dei protocolli, delle tecniche e, soprattutto, della supervisione e della pratica su casi reali, in modo che nessuno dei nostri coach possa sentirsi in imbarazzo nell’indossare i “guantoni” nella pratica del Coaching.
Buon coaching a tutti!
Piercarlo