Quando 19 anni fa iniziai ad appassionarmi alla formazione, collaborai con una società in cui ci veniva quasi vietato di mettere le braccia conserte. Se lo facevamo, ci puntavano il dito contro dicendoci “così non stai imparando!”.
Una volta in un corso addirittura qualcuno disse che chiudendo le braccia si riduce l’udito di circa il 40%. Formattori!
Ma per mia fortuna, dopo un primo periodo in cui credevo a tutto ciò che mi veniva detto, ho iniziato a studiare e a ricercare.
E così, oggi, dopo anni ho una bella notizia per tutti noi: le braccia conserte non indicano sempre chiusura!
Chi fa una lettura del linguaggio del corpo in questo modo, probabilmente è rimasto legato a pre-giudizi e ad errori che andavano di moda anni fa. Ora esistono veri e propri professionisti della comunicazione non verbale.
Il non-verbolario non esiste! E non è così semplicistico leggere il corpo di una persona, né il proprio.
Le braccia conserte, ad esempio, spesso indicano un momento di riflessione della persona e un momento di dialogo interno. Sicuramente è un gesto “barriera”, ma la barriera a volte può avere un messaggio positivo del tipo “non voglio essere distratto da altri stimoli perché questo argomento mi interessa”.
Nei nostri corsi di comunicazione non verbale quando comunichiamo questa informazione sulle braccia conserte, tutti si sentono sollevati e rilassati. Comunichiamo loro che a noi se incrociano le braccia non dà fastidio. Che a noi fa piacere la loro comodità. E che amiamo rispettare le loro opinioni/sensazioni, qualunque esse siano. Anzi, una persona che riflette su quello che insegniamo/trasmettiamo ci fa ancora più piacere perché manifesta indipendenza, senso critico e non ci mette su un piedistallo!
Chi studia CNV (Comunicazione Non Verbale) con noi, sa che ciò che conta è la VARIAZIONE e non la posizione. Il movimento ci dà molte più informazioni della posizione raggiunta col movimento. E ancor più importante è l’INSIEME dei segnali. Se chi ha le braccia conserte ha anche gli occhi chiusi e russa, molto probabilmente sta dormendo e non è interessato all’argomento! Ma se chi ha le braccia conserte è comodo e rilassato sulla sedia, con sguardo vigile, e annuisce col capo, molto probabilmente è interessatissimo e sta anche rielaborando le informazioni. In quel caso fare una domanda e chiedergli di condividere eventuali sue riflessioni, potrebbe essere una risorsa per il formatore e tutto il gruppo di partecipanti.
Una cosa è certa: braccia conserte sono in qualche modo una “barriera”. Non abbiamo visto mai nessuno fare l’amore a braccia conserte! Mai! E mai nessuno dirà “ti voglio bene” o “ti amo” tenendo le braccia conserte. Ma se la barriera è verso gli altri stimoli, è comunque un segnale positivo per noi.
E consideriamo anche il fatto che alcune persone hanno tra le proprie abitudini non verbali le braccia conserte. E per quanto possa essere possibile che l’abitudine l’abbiano sviluppata perché molto spesso esprimono chiusura (ma non possiamo saperlo, né dedurlo), possiamo solamente intuire che queste persone abbiano bisogno dei loro tempi e delle loro riflessioni su alcuni temi. Semplice no?
Buone braccia conserte a tutti e buona apertura alla CNV, alla vita, agli altri e al mondo!
Piercarlo
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PPS: se vuoi approfondire l’argomento, frequenta il nostro
Corso di COMUNICAZIONE NON VERBALE.