Cosa bisogna osservare di una sessione di Coaching?
Mi piace essere provocatorio e provocatore: sul web e sui social ci sono sempre più coach, ma in giro si vedono poche sessioni di coaching. Si vedono pubblicità, banner, promesse, ma l’attività di pratica su casi reali scarseggia. Peggio ancora se uno chiede di poter assistere o visionare un caso reale per intero.
Ad ogni modo, se avete la fortuna di assistere a qualche sessione di coaching, penso che sia importante osservarne e valutarne, con attenzione, alcuni aspetti prima degli altri.
1 – È UN CASO REALE?
Quando parliamo di osservazione, e ancor più se parliamo di supervisione, la prima domanda da farci è se la sessione che stiamo vedendo è su un caso reale di un cliente vero. Le simulazioni secondo noi sono come i video-games: non rivelano le vere abilità sul campo. Peggio ancora se la simulazione è in un contesto di scuola coaching, in cui i discenti spesso ingigantiscono le abilità dei propri docenti. Le sessioni, secondo noi, devono essere solo su casi reali.
2 – C’È UN PATTO DI COACHING? E COME È CONDOTTO?
Se osservate una prima sessione, dovreste per forza di cose osservare come viene condotto il patto iniziale di coaching, che prevede aspetti formali ed informali. Non può esistere coaching formale se non c’è una domanda di coaching e un patto di coaching. E quest’ultimo deve essere condotto come previsto dalle norme (legge 4/2013 e norma UNI 11:601) e con le peculiarità del modello o approccio di provenienza. Osservare il patto ci permette di fare una prima valutazione della qualità del servizio di coaching e dei livelli di professionalità del coach. E se invece seguite una sessione che non sia la prima, cercate di valutare quanto il coach è aderente al patto che dovrebbe aver fatto ad inizio caso. Nel coaching il patto rappresenta non solo una pietra miliare, ma anche un vincolo da rispettare e a cui attenersi, sapendo che al bisogno si può anche rinegoziare. Se poi siete fortunatissimi e riuscite a vedere un caso intero, dovreste poter valutare pienamente l’aderenza al patto di coaching, che guida tutto l’intervento.
3 – C’È UN PROTOCOLLO? È RIGOROSO E FLESSIBILE?
Quando osservate una sessione di coaching dovete cercare di capire se c’è un protocollo: c’è una sequenza logica che il Coach usa per condurre la singola sessione e l’intero caso? Meglio ancora se usa una “logica stringente” che tenga conto anche, e soprattutto, della possibilità di logiche non ordinarie che sottendono al caso e alla performance oggetto di intervento. La logica permette di capire anche se le varie “tecniche” usate sono inserite logicamente nel protocollo o sono “lanciate a caso”.
4 – LO STILE DI RELAZIONE E DI COMUNICAZIONE
Il Coaching vive di comunicazione e di relazione. Uno dei primissimi aspetti da osservare è lo stile relazionale e comunicativo del coach verso il cliente/coachee. Molti hanno un atteggiamento auto-celebrativo e inviano il meta-messaggio “io sono un grande coach e da me devi solo imparare“. Altri, invece, agendo in linea con l’utopistica illusione del “coach neutro”, hanno un atteggiamento molto sottomesso, anche troppo, e magari si perdono in domande banali e scontate. Osservate la comunicazione: è passiva, assertiva o strategica? Noi preferiamo quest’ultimo approccio, in quanto è molto “morbido” con la persona ma “duro” verso la performance da sviluppare.
5 – IL RITMO
Il ritmo nel coaching è fondamentale. Noi spesso usiamo un’analogia: il coaching è una danza che si balla in due e in qualche modo bisogna trovare un ritmo comune. Un ritmo che scandisce domande, comprensione, parafrasi, provocazioni, esercitazioni, sguardi, silenzi, sorrisi, indicazioni e piani d’azione… fino alla chiusura del caso stesso.
6 – VIENE DOCUMENTATO IL CASO?
“Verba volant, scripta manent”. Il bello del mondo moderno è che con le tecnologie di oggi non serve scrivere tutto. Ad ogni modo dobbiamo chiederci se il coach lavora tenendo traccia del percorso o lascia che il suo intervento, che è costituito principalmente di parole, possa “volare” via… Osservate se viene redatto un diario di coaching (diario di sessione e di caso) e/o se i casi vengono video o audio registrati e archiviati.
7 – LA SESSIONE SUCCESSIVA…
So che può sembrare paradossale, ma l’efficacia di una sessione di coaching non la si può valutare solo osservando la sessione stessa. In linea con i principi della pragmatica della comunicazione umana, l’efficacia di un intervento può essere valutata solo guardando ai suoi effetti, che solitamente emergono tra una sessione e l’altra e che possono essere rilevati, osservati e valutati solo nell’incontro successivo. Durante il lock-down abbiamo condotto qualche caso di coaching in diretta web, e sono molti i coach che sono rimasti sorpresi dai cambiamenti che avvenivano tra una sessione e l’altra dei casi da noi condotti. Il Coaching vive anche di strategia, e poi alla fine “vince” chi fa “scacco matto al blocco performativo” o chi “va a dama” nella performance desiderata. E nella strategia c’è anche chi si fa mangiare la regina per poi fare scacco matto!
8 – L’INTERO CASO
Se è raro poter assistere a sessioni di coaching su casi reali, è ancor più raro assistere a casi reali interi. Ma è funzionale osservare e valutare una sola sessione? Secondo noi lo è fino ad un certo punto. L’ideale sarebbe poter assistere a più sessioni, di più casi diversi. E meglio ancora sarebbe poter assistere ai casi interi. L’interezza del caso restituisce una visione d’insieme dell’intervento, del protocollo di coaching seguito, delle tecniche usate, dello stile comunicativo (spesso variabile) che è stato usato nel percorso e della relazione che si è costruita tra coach e coachee. Infine, non meno importante, solo dal caso intero si riesce a capire quali sono i livelli di “autonomia performativa” sviluppati dal cliente attraverso il percorso di coaching svolto.
Questi sono, secondo noi, gli otto punti principali di osservazione, sapendo che c’è tanto altro da poter osservare: uso del linguaggio del corpo, uso della prossemica, prosodia linguistica, uso del linguaggio suggestivo, organizzazione del setting, presenza di una supervisione, etc…
Se avete la fortuna di poter assistere a qualche sessione, cercate almeno di osservare i primi 6 punti…
Buon coaching e buona osservazione!
Piercarlo
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