Quando rimandare fa perdere opportunità!
Oggi parliamo di una delle “malattie aziendali” più diffuse: la RIMANDITE.
La rimandite è una grave malattia: il continuo e incomprensibile procrastinare.
La rimandite può contagiare varie figure professionali o varie aree operative di una realtà aziendale.
La più grave, la rimandite acuta, è quella che “infetta” la direzione. Una direzione che rimanda è un pericolo per tutta l’azienda. In un momento storico in cui i mercati sono caratterizzati dalla loro continua, rapida e imprevedibile trasformazione, rimandare i processi decisionali che dovrebbero guidare i cambiamenti e le evoluzioni aziendali vuol dire rimandare il successo aziendale, e in alcuni casi vuol dire scegliere di far morire l’azienda.
Ho visto troppe direzioni rimandare decisioni importanti e poi trovarsi costretti a subire le decisioni del mercato o dei concorrenti!
Una Direzione che rimanda le decisioni direzionali ha deciso di lasciare l’azienda in balia delle “correnti” di mercato.
Poi abbiamo la rimandite che infetta il management. Questo è uno dei massimi paradossi. Il fattore “tempo” incide notevolmente sull’efficienza di un processo decisionale e sull’efficienza dell’intero sistema. Laddove il management dovrebbe occuparsi dell’efficienza della performance, viene da sé che la rimandite è una delle peggiori malattie per il management. Mi capita spesso di incontrare manager che si confrontano con le complessità generate da loro stessi e in molti casi dalla propria rimandite.
Ma cosa indichiamo esattamente con “rimandite”? È quella “capacità” di rinviare continuamente decisioni e/o azioni che sono necessarie. In molti casi è autoimmune: trova sempre giustificazioni e scuse al proprio continuo procrastinare. Spesso si nota che prima delle cose importanti vengono inserite le urgenze. Queste urgenze nella maggior parte dei casi sono diventate tali grazie alla rimandite applicata nel passato.
Come si cura la rimandite?
Beh… per prima cosa bisogna lavorare sull’atteggiamento mentale e sulla Leadership di chi ne è affetto.
Seconda cosa bisogna allenarsi a decidere, anche per chi non decide o è abituato a rimandare.
Terzo, bisogna studiare bene gli strumenti più efficaci di Decision Making e di Time Management.
Quarto bisogna DECIDERE.
Quinto bisogna FARE.
Sesto bisogna FARE.
Settimo bisogna FARE, FARE, FARE, FARE…
La rimandite si cura col DECIDERE e col FARE. Non facile… ma SEMPLICE!
In alcuni casi la rimandite coinvolge persone a noi vicine: collaboratori e clienti. In questi casi è comunque nostra responsabilità gestire la rimandite altrui che influenza la nostra attività, le nostre decisioni e in alcuni casi la nostra produttività. Un collaboratore che procrastina va formato ed educato a gestire al meglio i processi decisionali e ad agire nei tempi richiesti. Indicare delle scadenze è fondamentale, e ancor più importante è controllare le azioni da fare prima della dead-line e richiedere un continuo flusso di comunicazione che aggiorna noi (o il supervisore) dello stato di avanzamento del progetto.
In alcuni casi sono i clienti ad essere affetti da rimandite. Qui la situazione è un po’ più delicata, ma dobbiamo ricordare che per ogni cliente che aspettiamo molto spesso ne trascuriamo altri pronti ad essere serviti. In questi casi io consiglio sempre di implementare procedure che responsabilizzino il cliente del proprio procrastinare. Comunicare al cliente che la vostra azienda riduce le complessità proprio per velocizzare tutti i processi può essere una forte leva motivazionale.
In alcuni casi è bene dare delle chiare e indicate scadenze e dead-line anche al cliente.
Spesso mi confronto con imprenditori e dirigenti che rimandano continuamente. In questi casi faccio presente che noto una certa lentezza dei processi decisionali o una leadership non esercitata o ben definita, e propongo un mio servizio di consulenza a tal riguardo. Se mi chiedi una consulenza o una formazione interna sulla comunicazione efficace, ma per decidere ci impieghi 3 mesi, da professionista non posso non farti notare che forse i processi decisionali sono una criticità ben maggiore della comunicazione.
In questi casi vi consiglio di avere già pronta una soluzione alternativa o integrativa alla rimandite dei clienti. Vi renderà più completi, professionali, attenti e anche simpatici agli occhi del cliente.
In alcuni casi la rimandite è data dall’associazionismo. Qui io amo ricordare che il riunirsi in associazioni, gruppi e organizzazione deve garantire un miglioramento dei vantaggi e della performance del singolo componente. Si può accettare una rallentamento nelle decisioni di gruppo a vantaggio del pluralismo, ma laddove questa lentezza fa perdere opportunità al singolo e al gruppo, bisogna intervenire e strutturare una nuova e più snella procedura da seguire.
Nel prossimo post vi parleremo in dettaglio di alcune tecniche per gestire al meglio i Processi Decisionali.
Per oggi vi consiglio di FARE SUBITO, ADESSO, qualcosa che state rimandando da tempo!
Buona Azione!
Piercarlo Romeo
A me capita spesso quando ho 2-300 lavori Wife on demand!!!!! E parlo di lavori che proprio non mi va di fare…come faccio a NON rimandarli??? Semplice : ricordo a me stesso che se li fa qualcunaltro….lo devo PAGARE!!!!!! Grande Pierca ^_^
…lo letto solo oggi, è molto grave????
Non da domani, da oggi cambierò!