Leggo ovunque post motivazionali. Vedo video motivazionali, audio, link, foto… e bla bla bla. Noi stessi pubblichiamo ogni tanto post e video motivazionali. Ma sembra che ultimamente sono sempre di più i motivatori, e sono motivatissimi solo a motivare gli altri (scusate il voluto gioco di parole).
Ma ho una bella notizia: per fortuna LA MOTIVAZIONE NON BASTA!
Anzi… spesso la sola motivazione diventa un vero e proprio problema.
Perché dico questo? Perché per raggiungere un obiettivo o realizzare un progetto la motivazione è solo uno dei molteplici aspetti da considerare.
La motivazione può essere paragonata al carburante del nostro motore… ma voi partireste per un viaggio solo accertandovi di avere tanta benzina con voi? E la mappa (scenario)? E la patente (abilità)? E soldi e valigie (risorse)? E il navigatore (strategia)? E la ruota di scorta (risorse per le emergenze)?
Per fortuna non è così semplice come vogliono farci credere i “motivatori”. Sicuramente senza carburante il motore non si accende neanche, ma serve tanto altro. La trappola della motivazione spinge moltissimi ad agire senza una strategia. Altre volte spinge le persone a ripetere sempre gli stessi errori senza mai fare una autovalutazione. Avete mai provato a piantare un chiodo su una colonna di cemento armato? Io ci ho provato la scorsa settimana: beh… la motivazione mi ha fatto spezzare una decina di chiodi! Ad un certo punto, per fortuna, mi sono fermato e mi sono chiesto se la strategia fosse quella giusta. E così ho scelto di piantare il chiodo altrove. Un “motivato gasato” (concedetemi il termine), avrebbe continuato a piantare chiodi sul cemento, fino ad esaurire tutte le risorse a disposizioni (energie personali e chiodi).
Spesso sento frasi del tipo “devi insistere”! Ma siamo sicuri che sia la cosa migliore da consigliare? E molte altre volte sento dire “è un problema di motivazione.” Ma siamo sicuri che sia sempre così? A me si rivolgono molte persone “deluse” dal coaching, e la lamentela principale che mi riportano è che il coach spesso si limita a fare il “motivatore”.
“Dai, dai dai”… non è coaching: secondo me è “scoaching”! Si, perché dopo un po’ uno “si scoccia” a sentire il motivatore incitare all’azione e basta! Non basta!
Ma se io gioco con le regole della pallavolo in una partita di calcio, mi conviene insistere, o mi conviene valutare la strategia e le regole del gioco? Spesso le persone vengono, “giustamente squalificate”, e poi rientrano in campo giocando come prima.
E mi permetto di aggiungere che quando sei motivato “non vai come un treno”… ma diventi uno stratega. Ti fermi, ragioni, cerchi di capire, ti formi, ti informi… acquisisci informazioni perché vuoi essere sicuro/a del tuo risultato!
In questo anche la scienza dell’allenamento fisico ci dà lezioni: allenarsi troppo rischia di far andare gli atleti in iper-allenamento. Allenamenti ben programmati e strutturati sono molto più funzionali, più efficaci e salvaguardano l’incolumità e le prestazioni stesse dell’atleta.
Per questo, personalmente e come azienda, siamo contrari ai così detti “corsi di motivazione”. Mi sembrano attività in cui insegnare ai criceti a correre meglio sulla loro ruota. Preferisco far fermare il criceto, farlo scendere, e farlo camminare sulla sua strada… senza fretta, ma per andare lontano.
Non lasciate la motivazione a casa, anzi, portatela con voi in ogni vostro momento… ma non portate solo quella. Portate anche la testa e il cuore!
Buona motivazione!
Piercarlo