Pochi e semplici indicatori che possono aiutare nella scelta della Scuola Coaching
Sempre più frequentemente la nostra Scuola di Coaching si confronta con tre tipologie di nuovi potenziali clienti:
1 – potenziali clienti disorientati dalla vastissima offerta delle Scuole Coaching o spiazzati da offerte molto “aggressive”;
2 – clienti di altre scuole coaching delusi dalla scarsa efficacia del modello appreso e dalla didattica usata nella scuola di provenienza;
3 – coach che si sono formati presso altre scuole ma che non trovano possibilità di collaborazione nella loro scuola e che vorrebbero collaborare con noi.
Non amiamo molto le lamentele (anche se in chiave strategica le consideriamo un’utile fonte di informazione) e quando qualcuno si lamenta con noi di altre scuole coaching, evitando di alimentarne la dinamica lamentosa, cerchiamo comunque di trarne un insegnamento utile per noi e migliorarci così continuamente. Da questi sani e sinceri confronti ne è nata una raccolta di casistica e di situazioni che secondo noi possono aiutare ad orientarsi sempre meglio nella giungla delle scuole di coaching.
Partiamo da chi è disorientato dalla vasta offerta delle Scuole Coaching o spiazzato da offerte “aggressive”
Quando si è nuovi del coaching e non si è avuto alcun contatto con Scuole o Coach professionisti è più facile essere “vittime” di vendite e manipolazioni varie, semplicemente perché si ha poca conoscenza del settore. In questi casi, secondo noi, bisogna evitare scelte affrettate e darsi del tempo per conoscere meglio il settore, le varie scuole e, soprattutto, le persone che ci sono dietro. In questa fase di inserimento e di orientamento, secondo noi è bene evitare quelle scuole che:
– spingono sulle offerte “last second” senza farsi conoscere, del tipo “mille euro di sconto se decidi entro stasera o 24 ore“; secondo noi è contrario ai valori del coaching e al supporto ai processi decisionali; fanno pressione sulla logica dell’avversione alla perdita e sulla leva dolore. La scelta della scuola e della sua metodologia influenza notevolmente i livelli di professionalità. Per questo è bene non farsi influenzare solo dalla mera logica di prezzo. Meglio scegliere scuole che hanno costi chiari, dichiarati, pubblici e che non variano di molto a causa di “offerte last second” che spesso suonano come un “ricatto commerciale”. Meglio scegliere scuole più oneste intellettualmente, che permettono di confrontarsi con più scuole (l’offerta “entro 24 ore” punta proprio a limitare la ricerca, il confronto e la conoscenza di altre scuole) e che rispettino i doverosi tempi dei processi decisionali, specie se su scelte strategiche;
– scuole che non ti consentono di conoscerle: o compri tutta la scuola o niente; meglio scegliere dei percorsi modulari in cui puoi sempre decidere se proseguire o fermarti;
– scuole che si presentano come detentrici della verità assoluta, del coaching originale, del coaching scientifico (che non esiste), del coaching dei padri fondatori (ma poi parlano della maieutica socratica);
– scuole che si ricollegano a discipline, tecniche e metodologie non validate scientificamente o, addirittura, invalidate scientificamente, come la pnl, la fisica quantistica applicata alle scienze umane (leggete a tal proposito “Il mondo quantistico” di Enrico Gazzola), tecniche energetiche, terapie alternative (tra l’altro il coaching non si occupa di terapia e deve star lontano dall’idea stessa di guarigione che è di esclusiva competenza medica o psicoterapica se in ambito psicologico);
– scuole che promettono diplomi e certificati (l’unico termine corretto è attestato) e che li promettono in pochissimo tempo. Lo ripetiamo spesso: non si diventa coach in una settimana;
– scuole che conteggiano nelle ore di formazione effettiva anche le ore di “autoformazione” (c’è chi dichiara di svolgere 80 ore di formazione in soli 8 giorni… che fa la media di 10 ore al giorno d’aula… eh vabbè);
– scuole che dichiarano di lavorare su casi reali (poche), ma che poi ti dicono che in realtà i casi te li devi autocertificare: in pratica dichiari che hai seguito qualche caso e non ti fanno neanche supervisione e danno per buono ciò che dichiari. Ah… se cerchi la via facile ti consigliamo queste scuole; altrimenti, se vuoi sviluppare competenze vere e spendibili, cerca chi lavora su casi reali e chi ti segue nel far pratica reale (meglio se con persone che non conosci e che ti vengono assegnate dalla Scuola);
– scuole che non citano le fonti, le bibliografie, che hanno inventato metodi tutti loro;
– scuole che non ti supportano individualmente nello sviluppo delle competenze;
– scuole che presentano il coaching come una disciplina miracolosa che risolve tutto, che rende tutti felici e che permette di realizzare qualsiasi obiettivo (c’è anche questo).
Per chi ha già seguito un percorso di formazione sul coaching o una scuola coaching (per noi c’è differenza tra corsi, percorsi e scuole) ma in qualche modo non è contento o è insoddisfatto e sta cercando qualcosa di nuovo, o vorrebbe in futuro collaborare con qualche scuola/società seria o ricevere supporto all’avviamento della professione, consigliamo di evitare le seguenti scuole:
– scuole che non permettono un rapporto continuativo;
– scuole che non permettono una pratica continua e supervisionata su casi reali (noi ad esempio, abbiamo un Coaching Program che permette di farlo);
– scuole che non hanno dei programmi di aggiornamento continuo dei propri coach (come ad esempio la nostra “tavola rotonda dei coach FYM” – programma riservato e ad invito);
– scuole che non hanno un approccio al coaching che sia professionale e professionalizzante, come ad esempio l’assenza della documentazione di supervisione e rendicontazione dei casi di coaching (come il nostro diario di coaching);
– scuole che non lavorano col coaching e che sono completamente scollegate dal mondo delle aziende e dello sport;
– scuole che non hanno un archivio dei propri casi di coaching;
– scuole che non permettono affiancamenti ai propri casi aziendali (noi ad esempio abbiamo portato molti studenti con noi in varie realtà, dal Sole 24 Ore all’Esercito).
Ovviamente ci sarebbero tanti altri fattori che potrebbero e dovrebbero influenzare una scelta così importante, compresi quelli etici o quelli relativi all’associazione di categoria cui una scuola è collegata.
Buona Scuola di Coaching!
Piercarlo
Indubbiamente, frequentare una scuola seria di coaching è importante, è una scelta determinante, soprattutto se desideri che l’apprendimento acquisito si tramuti in professione, non per miracolo, ma giustamente con impegno e devozione.L’attestato che certifica l’acquisizione degli strumenti per rendere la tua posizione di coach qualificata deve costituire la somma di esperienze teoriche e pratiche sul campo, altrimenti si riduce il tutto ad una bella esperienza .
Grazie per il tuo commento Roberto. Condivido tutto ciò che hai detto. Mi permetto di fare solo una piccola doverosa precisazione: si parla di attestati e non di “certificazioni”, che invece spettano solo agli enti certificatori accreditati “Accredia” e in relazione alle norme UNI.