Perché il problem solving nel Coaching è essenziale.
Il Coaching si distingue dalle altre relazioni d’aiuto per la sua dimensione performativa; per questo si concentra sugli obiettivi, le performance, i talenti e il potenziale (espressi e da esprimere).
Il Coaching si occupa quindi solo di performance ed in particolare si focalizza su tre “S”: SBLOCCO, SOSTEGNO e SVILUPPO.
Secondo la nostra scuola, a prescindere dall’area e dalla tipologia d’intervento, gli strumenti e le tecniche di problem solving diventano essenziali.
Quando un cliente (coachee) si rivolge ad un coach per sbloccare, sostenere e/o sviluppare le proprie performance, sente di aver bisogno di un aiuto professionale: bisogno che in qualche modo implica la necessità di risolvere problemi (non patologici).
E anche se il focus di un Coach è sugli obiettivi e sulle performance, dobbiamo considerare gli “obiettivi” e i “problemi” come due rotaie di uno stesso binario: risolvendo problematiche andremo verso l’obiettivo prefissato e andando verso l’obiettivo concordato risolveremo problematiche.
Molti modelli di Coaching sostengono che non si deve parlare di problemi, ma di opportunità e di sfide. La nostra domanda invece è la seguente: “è più importante trovare modi di ristrutturare linguisticamente i problemi o è più importante affrontarli e risolverli, anche grazie all’uso di strumenti, tecniche e protocolli di efficacia comprovata?”.
Per questo motivo il problem solving è fondamentale nel coaching, tanto quanto il goal setting (definizione degli obiettivi) e il piano d’azione.
Secondo noi un modello di Coaching che non contiene strumenti, tecniche e protocolli di problem solving è “zoppo”.
Anche perché nella maggior parte dei casi i clienti hanno già cercato di realizzare la performance desiderata o di raggiungere gli obiettivi prefissati e si rivolgono ad un coach proprio perché il risultato è diverso da quello da loro atteso. Questi tentativi di performance e di realizzazione (tentate soluzioni) ci suggeriscono che un processo di solo sviluppo potrebbe essere inefficace, in quanto, molto probabilmente, serve una fase di sblocco.
E non basta il classico e spesso scontato “pensiamo solo alle soluzioni”! Anzi, molto spesso questo atteggiamento “solution oriented” aumenta solo la frustrazione e consolida il blocco performativo.
A cosa serve impostare correttamente il navigatore e accelerare a tutto gas se abbiamo il freno a mano tirato?
Il problem solving ci aiuta a rimuovere gli ostacoli, interni ed esterni, alla performance e al raggiungimento degli obiettivi.
Per questo motivo nel Coaching il processo di Problem Solving è fondamentale. Processo che spesso è continuo per tutto il periodo di supporto, intrecciandosi con i protocolli di “sviluppo”.
E ricordiamoci che un buon processo di Problem Solving deve essere STRATEGICO, SISTEMICO e PRAGMATICO.
A tal proposito puoi leggere l’articolo “I tre orientamenti (integrati) del Problem Solving“.
Buon problem solving e buon coaching!
Piercarlo
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