In 13 anni di esperienza, di cui 10 come Scuola di Coaching, abbiamo individuato tre domande che mettono in crisi il 99% dei Coach.
Ci sarebbero molte domande da porre ad un coach: domande sul modello di coaching e la sua validità e validazione, domande sulla scuola di coaching provenienza, domande sulla durata del percorso di formazione da coach professionista, domande sulla bibliografia e la sitografia di riferimento dello specifico modello di coaching… e tanto altro.
Ma le tre domande più utili, secondo noi, sono sulla pratica svolta durante la formazione da coach.
1 – A quanti casi reali di coaching interi condotti dai tuoi docenti (con clienti esterni) hai assistito?
Ribadisco che i casi devono essere reali (quindi niente simulazioni), con clienti veri (quindi esterni alla Scuola Coaching) e soprattutto interi, quindi dalla prima sessione fino all’ultima sessione di chiusura del percorso.
Come si potrebbe, altrimenti, credere di saper fare coaching se non lo si è mai visto fare? La possibilità di assistere a casi reali, o di poterli visionare/ascoltare, è ben diverso dal “coaching raccontato”… che spesso è di fantasia o “edulcorato” dal narratore (che tendenzialmente autocelebra i propri successi).
Secondo noi, un coach in formazione deve assistere ad almeno una trentina di casi reali reali.
2 – A quante tipologie di casi reali interi hai assistito?
Non basta assistere a qualche caso reale intero di coaching. Serve assistere a varie tipologie di casistica: dal caso business al caso sport, dal caso chiuso in una sola sessione a quello che necessita di una decina di sessioni, dal drop-out all’invio, dal caso di successo pieno a quello di successo parziale, dal caso di decision making al caso di tensione pre-performance, fino ai casi sottesi da dinamiche relazionali. Di questo ne abbiamo già parlato in un altro articolo e abbiamo definito, dal nostro punto di vista e grazie alla nostra esperienza, il numero di casi e la tipologia di casistica a cui bisognerebbe assistere durante la formazione da Coach professionista.
3 – Su quanti casi reali interi condotti da te (quindi con clienti veri) hai ricevuto supervisione da un coach/docente?
È difficile da credere, ma la maggior parte di chi ha la qualifica da coach non ha mai condotto casi reali interi (quindi dalla prima fino all’ultima sessione) con clienti veri e sotto la supervisione dei propri docenti. E aggiungo che la maggior parte delle Scuole Coaching rilasciano attestati da Coach a corsisti che non hanno mai supervisionato su casi reali reali interi di diversa tipologia. Come fa una Scuola ad attestare (è scorretto usare il termine “certificare”) che hai competenze di coaching se non ti ha mai visto seguire casi reali di coaching dalla prima fino all’ultima sessione? Ma in passato abbiamo già argomentato la differenza tra corsi, percorsi e scuole… e la maggior parte dei Coach non ha seguito Scuole Coaching ma corsi o percorsi sul Coaching. Il concetto di Scuola, secondo noi, è ben altro. Possiamo parlare di Scuola solo se si è seguiti individualmente e se c’è la possibilità di praticare con continuità (quindi almeno settimanalmente, se non quotidianamente).
E tu?
Quali sono le tue risposte a queste tre domande?
Buon coaching!
Piercarlo